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Renzo Arbore racconta la festa del primo scudetto: “Quel giorno è rimasto nel cuore”

Renzo Arbore racconta la festa del primo scudetto: “Quel giorno è rimasto nel cuore” - immagine 1
Il cantautore ha raccontato della meravigliosa giornata vissuta a Napoli in occasione del primissimo trionfo azzurro in Italia
Ugo Casadio

Intervistato da Fanpage, Renzo Arbore ha raccontato della meravigliosa giornata in cui condusse per la Rai la festa del primo scudetto del Napoli.

Le parole di Arbore sulla prima festa scudetto

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Quello speciale è rimasto nel mio cuore. Cantammo una canzone di Mario Abate, Core Napulitano, di cui adattai il testo inserendo la parola "scudetto". Riuscimmo a mettere insieme tutti i cantanti napoletani che erano lì alla sede Rai di Fuorigrotta. C'erano tutti, fu il primo scudetto e qualcosa di epocale, inimmaginabile, in un momento in cui la città era sempre sfortunata, no di certo quella di oggi. Ricordo il giorno della partita decisiva, c'era un gruppo di tifosi che si chiamavano Quelli della notte, i quali mi "rapirono" alle 13 del giorno della partita che festeggiava lo scudetto a Napoli. Non l'ho mai raccontato. Vennero a chiamarmi nell'albergo dove alloggiavo con una scusa e mi portarono a San Giovanni a Teduccio. Là c'era una banda che intonava Quelli della notte e c'era una sfilata di maschere con tutti i calciatori. Mi accompagnarono in tempo allo stadio, facendo tutti i sensi vietati. La vidi con Luciano De Crescenzo e Marisa Laurito. Di certo non potevo perdermela. Quella festa in diretta Rai resta un reperto incredibile. Alla serata erano presenti tutti i calciatori e tantissimi artisti. Sì, tutti i più noti al tempo. Da Peppino Di Capri, Teresa De Sio, Mario Merola, Nino D'Angelo, James Senese e tanti altri. Napoli resta la città più bella del mondo e questo scudetto è il suggello di una stagione straordinaria che va oltre lo sport. È anche oleografica se vuoi, ma una certificazione. Sorrentino, Garrone, De Giovanni, Mare Fuori, i 60 anni della sede Rai, è un momento incredibile e bisogna ammetterlo."