Su come si gestiscono sette partite in ventidue giorni
—"Vanno gestite alla perfezione, basti pensare che Politano è uno di quelli, insieme a Di Lorenzo, che sia col Napoli che in Nazionale non saltano mai una partita. Fanno sempre 90 minuti, tranne quella volta che Politano si fece male, da lì in poi ha sempre giocato. Per me il mister adesso ha poche scelte, sperando che rientri qualcuno dall'infermeria, anche se è difficile. Deve ruotare un po', perché sette partite in ventidue giorni sono tante, soprattutto per ciò che chiede lui. Quindi chi finora ha giocato meno avrà minutaggio e deve essere pronto a sfruttarlo".
Se gli allenamenti di Conte sono estenuanti
—"Conte ti distrugge negli allenamenti, lo faceva anche con noi al Siena, ma poi, in campo, corri più degli altri. Mister Conte nel suo modo di lavorare è unico, perché ti porta ad arrivare a fare 90-95 minuti a grandi ritmi, però devi seguirlo. Al pari di Prandelli, credo che la preparazione più dura che abbia mai fatto sia stata quella con Conte. I frutti si vedono, i giocatori vanno fortissimo. Certo, qualcuno rischia di farsi male, ma chi riesce a mantenere quei ritmi poi sta benissimo fisicamente e può fare qualsiasi cosa".
Se i tanti infortuni muscolari sono attribuibili al metodo dell'allenatore
—"Non è solo il metodo Conte, nonostante gli allenamenti siano sempre intensi, sempre al massimo. Succede che i giocatori giocano la domenica e la stessa sera poi partono per le Nazionali, per qualcuno parliamo di sette-otto ore di viaggio. Pensando ad uno come Neres, che se fosse stato convocato dal Brasile avrebbe dovuto fare undici-dodici ore di volo. È tosta, poi devi giocare subito, il mercoledì, il giovedì o il sabato ed è estenuante, fisicamente e mentalmente. Il Napoli ha tanti nazionali e quella spesa di energie si paga. Però, una volta finita questa fase di continue convocazioni, tra poco penseranno solo al Mondiale, a mio avviso si recupereranno diversi giocatori ed il Napoli potrà fare un finale di stagione molto buono".
Se il tecnico è cambiato tatticamente rispetto a quindici anni fa
—"Sì, è diverso. Ai tempi, quando vincemmo il campionato a Siena, giocavamo col 4-2-4. Ora il mister è andato avanti: usa il 3-5-2, il 4-3-3, cambia molto. È cresciuto tantissimo tatticamente ed anche al Napoli, avendo avuto due mesi pieni per lavorare, ha impostato più moduli rispetto allo scorso anno. Su questo è cresciuto davvero tanto".
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