“Non credo. Anche perché il giocatore, quando scende in campo, cerca sempre di dare il massimo, al di là dell’allenatore che siede in pancina. È una stagione partita male, non sta finendo bene, ma c’è ancora un piccolo traguardo europeo da raggiungere, come la Conference”.
Che gara si aspetta tra Napoli e Roma?
“Il traguardo che si sta ponendo la Roma è un traguardo importante. Possono mancare le energie fisiche, ma aumentano quelle mentali, la consapevolezza di essere una squadra forte. A volte, contano più le motivazioni che la freschezza”.
C’è un azzurro che salverebbe in questa stagione e che confermerebbe il prossimo anno?
“Quando le cose vanno male, le colpe sono da dividere fra tutti. Ci sono giocatori che, forse, hanno dato qualcosa in meno rispetto alla scorsa stagione, ma sono tutti elementi validi. Non credo ci sia la voglia di cambiare calciatori soltanto in relazione alla stagione attuale. La rosa del Napoli può fare bene e, seppur ci sarà qualche cambiamento, non penso sarà una rivoluzione. Sarà una rivoluzione light, con un allenatore che possa far bene con i calciatori in rosa”.
Cosa potrebbe portare Antonio Conte al Napoli?
“In Italia ha sempre fatto bene. Non è quel tipo di allenatore che fa vedere un gioco esaltante, ma può dare ai ragazzi quel qualcosa in più sotto l’aspetto della grinta, dell’emotività. È sicuramente un ottimo elemento, ma il Napoli viene da stagioni con tecnici che impongano una chiara mentalità, principi di gioco che prevedono il fraseggio stretto. Non so se Conte sia l’allenatore ideale”.
Italiano è il tecnico giusto?
“Ha delle qualità, è un allenatore a cui piace vedere la propria squadra giocare, non buttare mai via il pallone. Chiaramente, dovrebbe confrontarsi con una realtà diversa. Non so quanto sia pronto per una squadra top come il Napoli”.
Dirigenti di spessore sono un fattore determinante nei club?
“Indubbiamente c’è bisogno di una figura di personalità che si confronti con la dirigenza. È sempre difficile imporre le proprie idee, ma lo scorso anno, agli azzurri, è andata bene e quest’anno, invece, meno. Dunque, non si può dare la colpa soltanto al presidente o ai dirigenti. C’è tutta la possibilità di tornare ai massimi livelli”.
Dove vedrebbe bene Alessandro Buongiorno?
“E’ uno di quei giovani che ha avuto un grandissimo miglioramento rispetto a tanti altri. Si è meritato la convocazione in Nazionale, è un pilastro della difesa del Torino. Ha ancora margini di crescita, è un ottimo elemento. Lo vedrei bene in qualsiasi squadra di vertice”.
Perché a Roma, con l’arrivo di De Rossi, è stata svoltata la stagione mentre a Napoli non sono bastati tre allenatori?
“È difficile dirlo. Vedendo i risultati della Roma, dico che forse De Rossi ha saputo trasmettere sicurezza alla squadra, conosceva l’ambiente ed ha creato ottimismo. Anche i risultati, con un po’ di fortuna, hanno contribuito ad accrescere la forza e la consapevolezza della squadra”.
Il Napoli, nelle prestazioni e nella solidità difensiva in questa stagione, risente anche dell’arretramento del baricentro?
“Indubbiamente. Se si ha l’organizzazione di pressare alto, recuperare subito palla e riaggredire, è la cosa migliore. Era una delle armi migliori di Spalletti. Adesso, sul piano della corsa, l’unico che può garantire continuità è Anguissa. Anche Lobotka, giocatore dinamico, può far fatica ad accompagnare il camerunense”.
Al Napoli si può augurare, soprattutto, di programmare al meglio la prossima stagione…
“De Laurentiis non è una persona che molla. È una persona molto ambiziosa che farà di tutto per riportare il Napoli ad alti livelli”.
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