Per lei cosa significa tornare a Napoli?
"L'esperienza è stata breve, però mi ha lasciato tanto, con la gioia dello Scudetto. E quando si dice che vincerne uno lì vale come dieci, è vero: la tifoseria dà veramente tanto. Stare tutti i giorni lì insegna sempre qualcosa di nuovo. Penso che sia più bello giocare contro una squadra così importante invece di andare a giocare dove ci sono meno tifosi. Noi cerchiamo il massimo livello e Napoli lo è".
Lei perché ha scelto il Pisa?
"Il progetto è la classica parola che usiamo tutti nelle conferenze, io ho chiesto sinceramente un percorso da fare insieme, la società mi ha accontentato per un contratto triennale. E ho accettato. Io voglio aiutare e fare ciò che serve giocando e dando una mano a tutto tondo, anche alzando il livello dell’allenamento che può sempre aiutare. Il progetto Pisa è quello di voler creare una società che, indipendentemente da come finirà la stagione, possa crescere passo passo".
Cosa suggerirebbe per la salvezza?
"Per raggiungere gli obiettivi, qualsiasi essi siano, il segreto è mantenere l’equilibrio. Una squadra che vince meno spesso e fa due o tre sconfitte di fila deve mantenere comunque alto l’entusiasmo e non si deve far tirare in mezzo dall’ambiente che, come può accadere ovunque, può diventare più negativo. Non bisogna andare dietro all’emotività".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202506/276244da265849a47cb1f4f1d8046481-scaled-e1748773605579.jpg)