Sui prossimi passi da compiere
—"L’orizzonte è convincere le big tech americane che è arrivato il momento in cui la festa è finita. Il Governo americano non aiuta, ma noi con i nostri avvocati stiamo combattendo in ogni Tribunale. I cattivi sono sempre in vantaggio di una mossa, ma se il sistema delle persone oneste si muove all’unisono leva spazio di manovra. A me hanno offerto di comprare la lista dei pirati, questo vi dà la misura del livello di spregiudicatezza di chi gestisce questo tipo di informazioni. Sono stato contattato principalmente per minacce, ma anche cose di questo tipo, sono arrivati a offrire un pacchetto di informazioni per poi condividere il beneficio delle multe".
La posizione dei presidenti di club attivi nel mondo dell’editoria
—"Mediaset è attiva in questa battaglia e ha ottenuto anche grandi vittorie nei Tribunali, ma per quanto riguarda la carta stampata, sia da tutto il gruppo Repubblica così come dal gruppo RCS mi sarei aspettato una diversa attenzione, che è arrivata soltanto in quest’ultima fase propositiva in cui ci iniziano a seguire e a dare degli spazi per raccontare questa cosa. Ma mi sarei aspettato, da chi da decenni subisce un progressivo decadimento delle copie vendute proprio in funzione di questi furti digitali, un po’ più di attenzione. Quello che ho capito lavorandoci è che loro non hanno sviluppato un dipartimento. Noi abbiamo sviluppato un team che fa solamente quello e spendiamo alcuni milioni di euro all’anno per la battaglia contro la pirateria digitale. Credo che sia un po’ una sottovalutazione tipica di quelle ere che finiscono, che chi ha una posizione non si rende conto di quanto sia necessario intervenire per proteggersi da quel lato. Lanceremo nelle prossime settimane una campagna mediatica innovativa per cercare di fare scattare qualcosa nella testa delle persone. I presidenti iniziano a darci supporto e a parlarne anche durante le assemblee. L’obiettivo nostro non è mai quello di andare contro qualcuno, ma isolare le migliaia di clienti criminali. La festa adesso è finita, tutto il sistema faccia un esame di coscienza, perché se crolla ne risente tutta la filiera. Le dinamiche partecipative sono quelle che possono risolvere il problema a lungo termine, magari coinvolgere nelle decisioni della Lega su calendario o altri temi le persone che hanno un abbonamento. Questo vale soprattutto per la Gen Z o Alpha, ma nel breve periodo quella repressiva è l’attività più efficace".
CalcioNapoli1926.it è stato selezionato da Google, se vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie seguici anche su Google News
© RIPRODUZIONE RISERVATA