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calcionapoli1926 interviste Perinetti: “Comunicai a Maradona la squalifica, non dimenticherò mai la sua faccia”

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Perinetti: “Comunicai a Maradona la squalifica, non dimenticherò mai la sua faccia”

Perinetti: “Comunicai a Maradona la squalifica, non dimenticherò mai la sua faccia” - immagine 1
Il noto dirigente ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera
Giovanni Montuori

Giorgio Perinetti, noto dirigente, ha parlato a La Gazzetta dello Sport raccontando vari aneddoti della sua carriera, tra cui uno su Maradona.

Il suo inizio nel calcio? 

"Con la Roma, ad Ostia, amichevole contro la Nazionale dilettanti. Io avevo 22 anni e facevo il dirigente del settore giovanile. Era il mio compleanno, allora pregai un superiore di regalarmi un posto seduto accanto ad Herrera. Così il Mago mi chiama: 'Vamos, veloce, in panchina'. Un sogno". 


Dopo, il Napoli. 

"Ferlaino mi chiese di comunicare a Maradona la squalifica per uso di cocaina. Andai a casa sua, gli parlai, Diego si portò una mano sul fianco e disse solo 'Non è possibile…', con una smorfia di dolore fisico sul viso che non dimenticherò mai". 

E il periodo alla Juve? 

"Le racconto un aneddoto. Eravamo ad Atene per Olympiacos-Juve di Champions. Non un momento brillantissimo, ci giocavamo la qualificazione ma stavamo perdendo. Ancelotti mi dice che vuole mettere Fonseca al posto di Conte, io pasticcio con la lavagnetta e perdo tempo. Il mister si arrabbia, il cambio ritarda… e Conte fa gol. Mi giro verso Ancelotti: 'Ah Carlé, t’avevo detto d’aspettà!'. Ebbi involontariamente ragione". 

E fu lei a lanciare Conte allenatore… 

"Lo consideravo un predestinato. Era il capitano della Juve, a centrocampo giocavano lui, Deschamps, Davids e Zidane, ma Antonio si imponeva sui campioni attraverso il carattere. Così pensai che sarebbe diventato un grande allenatore. Ma la mia grande scoperta da allenatore è un’altra: dopo la finale di Champions persa dalla Roma ai rigori nell’84, sostituii Liedholm con Eriksson. Tutti si ricordano dei suoi successi con la Lazio, ma in Italia lo portai io".