Gli sta mancando il supporto di Oriali?
“Oriali è il suo braccio destro, credo sia l’unico dirigente ammesso nello spogliatoio oltre a lui. È legato a doppio filo con Conte, ma non gli attribuirei colpe dirette. Sappiamo che Conte ha una gestione quasi autoritaria di orari, convocazioni, routine. Decide tutto, anche dettagli minimi, e a volte questo logora lo spogliatoio. È troppo intenso, dopo due anni brucia chiunque gli stia intorno. È nel suo carattere: un pregio e un limite.”
Un ascoltatore ci chiede se Conte non fosse già apparso arrendevole post-Monza nella passata stagione: lei che ha grande memoria, cosa ne pensa?
“La ricordo bene quella partita, e lo dissi anche allora: quella fu una mossa geniale. Spostò il focus della discussione su di sé per proteggere la squadra, che era stanca e sotto pressione. Lo fece anche con l’Inter, quando sentì la crisi, spostò l’attenzione sul proprio futuro per isolare il gruppo. È uno dei suoi capolavori comunicativi. Però, col senno di poi, forse già valutava un addio. La sua carriera lo dimostra: lascia sempre quando sente di aver dato tutto. Aveva in mente di andare alla Juventus la scorsa estate, ma non ricevendo l’apertura sperata, è rimasto a Napoli, accettando un progetto che non era proprio il suo. E oggi forse ne paga le conseguenze. L’acquisto di De Bruyne testimonia il fatto che non sarebbe dovuto rimanere.”
Ha fatto bene De Laurentiis a trattenerlo?
“A maggio bisognava contestualizzare: l’ambiente era euforico, trattenere Conte sembrava la scelta perfetta per dare continuità. Ma la storia insegna che con lui arrivano prima i momenti felici, poi quelli tesi. È accaduto alla Juve, all’Inter, al Chelsea, ovunque. Conte tende a far credere che dopo di lui venga il diluvio, ma non è così. De Laurentiis, comunque, aveva già un piano B, Allegri, poi accantonato quando Conte confermò la sua permanenza. Credo che, a fine stagione, le strade si separeranno. Detto questo, Conte ha lavorato bene. Il Napoli oggi è solido, con una rosa allargata e acquisti di valore come Lang e Beukema. Ha costruito una base forte. Ma per crescere davvero servirà anche una componente di continuità che Conte, storicamente, non garantisce.”
Chi potrebbe sostituire Conte?
“Se parliamo di questa stagione, non saprei. I nomi forti sono tutti impegnati. Per il futuro, invece, andrei a bussare a Bologna. Non solo perché il Napoli ha perso contro di loro, ma perché Italiano è un allenatore straordinario: gestisce venti giocatori con rotazioni perfette, anche con doppio impegno settimanale, e la squadra resta sempre un’orchestra. Per me è pronto per una grande panchina, e sarebbe un colpo da anticipare prima che lo portino via dall’estero.”
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