In queste ore ho visto Antonio Conte — che vive lo sport in una costante tensione nervosa — muoversi su un terreno molto scivoloso, che non è quello di Castel Volturno, del quale pure si è lamentato.
Ha sparato nel mucchio, anzi, forse ha persino minato quel terreno appena citato, pur di non ammettere qualche responsabilità.
E tutto ciò non va affatto bene.
Come non va bene il fatto che parli del Napoli come se fosse una società alla prima esperienza in Champions League.
Qualcuno gli spieghi che gli azzurri — e intendo dal presidente ai magazzinieri, passando per lo staff medico, i fisioterapisti e chi più ne ha più ne metta — sono gli stessi che partecipano a questa competizione, con continuità dal 2011, peraltro offrendo sempre grande spettacolo.
Penso a Mazzarri, ai dodici punti di Benítez che, per uno strano scherzo del destino, non bastarono per superare il girone; penso al gioco di Sarri, alle emozioni con Ancelotti e alla forza di Spalletti.
Ah, Benítez e Ancelotti la Champions League l’hanno vinta, dunque quella crescita a Napoli c’è già stata, attraverso il loro know-how. Forse l’unico a cui manca davvero è proprio Conte.
Certo, tutto passa dal lavoro ma anche dal rispetto e dall’armonia, quindi forza e coraggio che la stagione è lunga e c'è ancora tanto in palio".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202512/5c56087f4239977589c3343b3205fa19.png)