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Melli: “Napoli più forte, ma occhio! Il Parma con le big gioca sempre bene”

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In un’intervista rilasciata a "1 Football Club", Melli ha offerto una lettura tattica e psicologica della sfida tra Parma e Napoli
Francesco Giovinazzo

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alessandro Melli, ex calciatore di Milan e Parma.

Melli: "Napoli favorito, ma il Parma sa colpire le grandi"

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Il Parma avrebbe potuto chiudere prima il discorso salvezza, ma ha ottenuto due sconfitte inaspettate contro Como ed Empoli. Ora affronta un Napoli che ha bisogno dei tre punti per lo scudetto. Che partita si aspetta?


 

"Effettivamente il Parma ha avuto due match point per salvarsi, perché credo che con un punto tra Como ed Empoli sarebbe stato al sicuro. Col Como, per la tipologia di partita, avrebbe meritato almeno il pareggio; con l’Empoli, invece, ha sbagliato tanto, soprattutto nel finale, e lì ha meritato di perdere per l’approccio alla gara. L’Empoli ha giocato meglio, era alla sua ultima possibilità per rientrare nella corsa salvezza e ha fatto il suo dovere. Ora arriva una partita fondamentale, forse più per il Napoli che per il Parma, perché anche se il Parma dovesse fare zero punti – e faccio tutti gli scongiuri da tifoso – potrebbe comunque salvarsi. Il Napoli, invece, si gioca tutto: se vince, ha praticamente lo scudetto in tasca. E poi in casa, all’ultima giornata, non credo possa fallire contro il Cagliari. Dunque è una partita pesante, tesa, il Napoli è favorito perché è più forte, ma occhio: il Parma contro le grandi ha sempre fatto bene, quindi non sarà una gara scontata".

Lei è stato un grande attaccante del calcio italiano. Nelle ultime settimane, Chivu sta provando la coppia d’attacco con Bonny che gira intorno a una delle due torri, Pellegrino o Djuric. Come giudica questa scelta, anche in ottica Napoli, che ha dimostrato qualche difficoltà sui calci piazzati e sulle palle alte? 

"Sì, il Parma sta usando questo modulo, chiamiamolo 3-5-2 o 5-3-2, con Pellegrino più avanzato e Bonny che gira attorno. Devo dire che ha portato buoni risultati. Pellegrino è un attaccante classico, bravo nel gioco di sponda, pericoloso dentro l’area, mentre Bonny è completamente diverso: tecnicamente più dotato, si muove molto ma è meno presente in area. Insieme si completano abbastanza bene. Il Napoli ha qualche problema in difesa, anche a livello di nomi, a causa degli infortuni, e questo potrebbe pesare parecchio. L’assenza di uno come Alessandro Buongiorno, in un momento del genere, può fare davvero la differenza".

Melli: "Lukaku non brilla? Colpa del gioco di Conte"

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Buongiorno ha saltato quasi mezza stagione, tant’è che la certezza difensiva del Napoli in questa annata sia stata Amir Rrahmani. Se lo aspettava così incisivo? 

"A dire il vero no. Però quando hai un maestro come Conte, soprattutto in fase difensiva, anche giocatori non di primissima fascia possono rendere molto bene. Se uno guarda i numeri, il Napoli ha fatto un ottimo campionato pur senza segnare tantissimo – se non sbaglio, ha fatto 57 gol. Quindi non è una squadra estremamente offensiva, ma Conte sa come organizzare una difesa: compatta, attenta, concentrata. E da questo i suoi difensori traggono grandi vantaggi, anche se magari non sono dei fenomeni".

Si aspettava qualcosa di più da Romelu Lukaku, considerando anche che sia il più pagato della rosa partenopea? 

"Qui rientriamo un po’ nel discorso di prima. Se giochi in una squadra come quella di Guardiola, gli attaccanti hanno molti vantaggi: i difensori avversari faticano di più e si creano più occasioni. In una squadra come il Barcellona di qualche anno fa, per esempio, gli attaccanti erano sempre messi in condizione di fare bene. Con allenatori come Conte o Inzaghi, invece, è un’altra cosa: il gioco è più speculativo, più pragmatico. La palla arriva meno spesso nell’area avversaria, gli attaccanti hanno meno occasioni, e quindi fanno più fatica a mettersi in mostra. Non sto dicendo che sia sbagliato, è semplicemente un modo diverso di vedere il calcio. E alla fine, conta il risultato. Quindi, in sostanza, la stagione di Lukaku è da considerarsi comunque discreta, anche perché il gioco delle squadre di Conte non esalta gli attaccanti. Conte è sempre stato un allenatore pragmatico, uno che vuole vincere. Il suo modo per farlo è quello di essere attento, aggressivo, concreto. Magari non si vede un calcio spettacolare, ma ha ottenuto tanti successi e soddisfazioni, quindi è giusto che continui su questa strada".

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