Perché scelse Scampia?
«Volle dare uno scossone. Quando cominciammo a parlare del programma gli raccontai che quando presi possesso della diocesi, prima di arrivare in cattedrale, andai a baciare la terra a Scampia»
Che ricordi ha di quella giornata?
«La forza emotiva che metteva negli incontri, senza badare al tempo.
Tant’è che in carcere si fece tardi, l’appuntamento successivo era in cattedrale: nel programma era fissato che salisse prima in episcopio per rifocillarsi. Non ce la fece. Andò nel bagno dei canonici, si lavò la faccia e iniziò l’incontro nel Duomo. Aveva un ritmo forsennato. Più vedeva gente e più si rianimava».
E quel saluto in napoletano “A Madonna v’accumpagna”?
«Mi aveva chiesto: “Come posso svegliare con un saluto?” Gli dissi che qui usiamo questa giaculatoria.
“Molto bella”, mi rispose. Ho saputo poi che quando andava un gruppo di napoletani in udienza, la ripeteva. E mi hanno fatto sentire che l’ha usata in Colombia spiegando: “Questa è una espressione che sembra quasi lingua spagnola”».
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