Elia Caprile potrà tornare in azzurro e confermarsi portiere titolare già nella prossima stagione?
“È un buon prospetto, sta facendo bene. Non credo, però, possa già ambire alla titolarità. Il Napoli deve avere due portieri forti e lui potrà dimostrare il suo valore pur senza essere il portiere titolare. Vedremo come si comporterà in ritiro”.
Crede che il Napoli debba confermare Meret, con un rinnovo di contratto, o cederlo a titolo definitivo?
“Andrebbe fatto un discorso concreto. Se la società crede in Meret, dovrà proteggerlo dalle mal dicerie e rinnovargli il contratto. In fin dei conti, il numero uno azzurro ha sempre fatto bene, nonostante qualche sbavatura normalissima per un portiere. Tuttavia, se il club non crede in lui è giusto che lo lasci partire. D’altronde, le pretendenti non mancano”.
Il ritiro può essere una soluzione per il momento che vivono gli azzurri?
“Il ritiro può dare la possibilità di stare più uniti, concentrati sull’obiettivo. Gli episodi nella sfida contro il Torino, va detto, hanno anche girato contro. Ci vuole un pizzico in più di cattiveria e credo che il ritiro possa garantire proprio quella cattiveria che serve. Tuttavia, è una usanza tutta italiana, caduta in desuetudine, per esempio, in Inghilterra. Oggi lo si fa soprattutto prima di gare importanti per consentire maggiore riposo ed attenzione”.
Che insidie può nascondere la sfida contro la Salernitana?
“Le insidie per il Napoli, ormai, sono ad ogni angolo. Ciò detto, credo che la squadra abbia capito che, per raggiungere la vittoria, è necessario il coltello tra i denti. Bisogna dare quel qualcosa in più che, oggi, gli azzurri non riescono a dare. È un qualcosa di inconscio per un Napoli completamente diverso da quello della passata stagione”.
SI aspettava che il Maradona potesse non essere più un fortino per il Napoli?
“Il calcio è strano. Spesso ci si culla in quel che è stato il passato, perdendo in cattiveria. Quando ti ritrovi in certe situazioni, però, tutto diventa più difficile. Il Napoli dovrà ritrovare fiducia nei propri mezzi e, come ho detto, cattiveria. Un approccio simile ad una squadra che deve salvarsi”.
Un ex Under 21, arrivato a Napoli per consacrarsi, è Raspadori. Nonostante le difficoltà, pensa che il numero ottantuno azzurro possa raccogliere l’eredità di Osimhen?
“Hanno caratteristiche moto diverse. Penso, però, che Raspadori debba garantire maggiore cattiveria, voglia di arrivare. Non vorrei che pensasse di essere già arrivato nella sua esperienza in azzurro. In una squadra come il Napoli deve lavorare molto di più, metterci un po’ più del suo”.
Crede che Zanoli possa avere un futuro ad alti livelli?
“Bisogna dare del tempo per crescere a questi giovani. Zanoli ha tutti i margini per migliorare e confermarsi al Napoli. Possono capitare periodi di flessione, ma va data fiducia ed il giusto tempo per una crescita a 360 gradi”.
Una stagione come quella del Milan, lontano dal primo posto e quasi certo di un posto in Champions, può condurre a cali di tensione?
“Può succedere, ma una società come il Milan non deve permetterlo. L’Inter sta facendo un campionato eccezionale, un rullo compressore. Per questo, credo che l’obiettivo dei rossoneri resti la qualificazione in Champions. Tuttavia, ogni annata non è mai negativa se fatta con attenzione. Difatti, si può pensare di programmare qualche aspetto ance per il futuro, come la crescita di alcuni giovani”.
Crede che alcune prestazioni deludenti di Meret possano dipendere dalla preparazione estiva degli azzurri?
“La preparazione precampionato è una parte importante di una stagione. Si rischia di portarsi dietro tutta la stagione gli errori commessi in quella fase. Non so come il Napoli abbia preparato questa stagione in estate. So, però, che Meret ha sempre lo stesso preparatore ormai da anni. Quel che è cambiato è il preparatore atletico della squadra. Eventuali errori estivi esigono correttivi durante la stagione”.
Crede che la società debba prendere provvedimenti circa le polemiche tra Osimhen e l’agente di Kvaratskhelia o le cose di spogliatoio devono risolversi da sé?
“Le cose da spogliatoio vanno risolte tra i calciatori. Tuttavia, ogni procuratore deve parlare dei propri assistiti. Altrimenti diventa un mercato…”.
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