Decisione tattica? Forse, sarà stata concordata con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e ciò disinnescherebbe l’ipotesi di aver lasciato solo la squadra in un momento di difficoltà. Di sicuro, non è stata una scelta presa casualmente un giorno da parte di Antonio Conte. Non so cosa abbia in testa l’allenatore del Napoli, ma siamo ad un punto di svolta della stagione del Napoli, per Antonio Conte e, oso pensare, anche della sua carriera. Conte non può essere sempre lo stesso, ovvero quello che il primo anno fa bene, il secondo fa fatica e nel terzo va via. I metodi del suo lavoro possono essere anche immutabili, ma la risposta dei giocatori è differente a seconda dei casi. Lo abbiamo visto in questi giorni con le dichiarazioni di alcuni giocatori e dei suoi agenti. Conte deve capire che i giocatori non sono più quelli di vent’anni fa poiché oggi il calcio è cambiato. È dura ad accettare per uno intransigente come lui, ma Conte deve adattarsi ai tempi. Dal mio punto di vista, però, è anche lui che non riesce a trovare il modo di venirne fuori quando dice determinate frasi forti come “Non accompagno il morto”. È lui il comandante della squadra, è lui che coltiva la sensibilità, la disciplina e il rigore che vuole mettere nel gioco della sua squadra. È lui che deve fare qualcosa per cambiare il gioco della squadra".
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