Questo nuovo modulo del Napoli, di fatto un 4-4-2 con Lobotka a fare da collante tra difesa e centrocampo e Politano che in fase di non possesso diventa un esterno di centrocampo: la convince?
“Il Napoli mi convince, a prescindere. Secondo me non ha molto valore la definizione di un modulo. Il Napoli ha giocatori forti tecnicamente, capaci di adattarsi, con un’intelligenza tattica evoluta, e un allenatore molto bravo in panchina. Se il Napoli è squadra, può giocare in qualsiasi maniera. Non riesco a immaginare un Napoli statico: è una squadra fluida, con caratteristiche per giocare in tanti modi, perché ha ottimi giocatori sia in mezzo che davanti. È una squadra molto completa, e quindi mi convince comunque.”
A Napoli c’è un attaccante che lei conosce bene, arrivato dall’Udinese, che non sta vivendo un momento brillante. La pressione è enorme, ma adesso avrà due settimane a disposizione. Mi riferisco a Lucca. Secondo lei che cosa deve fare questo ragazzo, che non è più giovanissimo, ma resta un giovane con l’occasione della vita?
“La prima cosa a cui deve adattarsi Lucca è la differenza di ambiente, di pressione e di obiettivi rispetto a Udine. Ha ottime qualità: penso sia uno dei migliori colpitori di testa del campionato. Ha caratteristiche specifiche, diverse da tutti gli altri attaccanti del Napoli, quindi dovrà adattarsi in fretta, accettando che ci saranno partite che richiederanno caratteristiche diverse dalle sue. L’unica cosa che può fare, proprio perché non è più giovanissimo, è pedalare e ritagliarsi tutti gli spazi possibili. L’unico termometro sono gli allenamenti durante la settimana e i numeri in partita. Deve sfruttare ogni occasione in cui viene chiamato in causa. Giocare in una grande squadra come il Napoli, campione d’Italia e impegnata in più competizioni, significa saper cogliere ogni singolo momento. La pressione è diversa rispetto a quella vissuta a Udine, e questa è la prima cosa che deve imparare.”
Restando sui giovani, parliamo di Ambrosino, Vergara e Marianucci: nelle ultime due partite abbiamo visto in campo i primi due, mentre l’ex Empoli è rimasto a secco: che impressione le hanno fatto?
“Sono buoni giocatori. Nella costruzione di una squadra forte ci sono sempre giovani che, tra virgolette, hanno un ruolo marginale perché hanno meno esperienza o devono ancora costruirsi una carriera. Ma sono indispensabili se la società vuole dare continuità al progetto. Questi ragazzi devono imparare dall’ambiente in cui sono, perché saranno utili in tanti momenti della stagione e daranno continuità a questa squadra. Per le loro caratteristiche e per l’età, saranno la base del futuro del Napoli. Io credo molto in Marianucci, sinceramente”.
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