Il ruolo del portiere è sempre sotto una pressione diversa rispetto agli altri, è inevitabile?
“Sì, assolutamente. È un ruolo particolare, a volte fai tutto bene e non prendi gol, altre volte basta una piccola sbavatura e vieni giudicato per quella. Ma ripeto, in questo caso vedo più una difficoltà collettiva che una responsabilità individuale del portiere.”
Per lei, Meret rappresenta comunque una garanzia per il Napoli oppure servirebbe qualcosa di diverso?
“Milinkovic e Meret, per caratteristiche, si completano, ma io preferisco Alex. Secondo me Meret è una garanzia. È un portiere italiano che ha fatto un percorso importante, ha giocato in una piazza complicata come Napoli e ha vinto tanto. Non è semplice restare a certi livelli per anni sotto quella pressione. Io sono molto legato alla tecnica e Meret, tecnicamente, è un portiere di alto livello. Ha dimostrato di poter essere il portiere del Napoli ancora per diversi anni.”
La permanenza di Meret può essere legata anche al futuro di Conte sulla panchina del Napoli?
“Penso che dipenda molto dal rapporto con l’allenatore. Finché entrambi i portieri erano disponibili, la competizione era sana e le prestazioni erano ottime. Quando manca uno dei due, inevitabilmente qualcosa cambia. Ma una società come il Napoli deve avere due portieri forti, perché si gioca su più competizioni. Il secondo portiere deve essere quasi allo stesso livello del primo, altrimenti non puoi permetterti rotazioni. A certi livelli servono due portieri affidabili, anche con caratteristiche diverse, da utilizzare in base alla partita.”
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