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interviste
A Radio CRC è intervenuto Davide Lanzafame, allenatore ed ex calciatore allenato da Conte al Bari. Di seguito le sue parole.
“Se Conte sarebbe l’uomo giusto per rilanciare il Napoli? Mi sento di dirlo in maniera decisa, ma non solo per il Napoli. Sarebbe un valore aggiunto anche per le altre in Serie A. Il Napoli è in una fase di ricostruzione con la quale lui è molto bravo. A Bari giocavamo con la difesa a 4 con Conte. Facemmo un anno e mezzo importantissimo con lui. Oltre all’aspetto tecnico-tattico ha dei valori motivazionali che vanno oltre la figura dell’allenatore. È bravo nella gestione del gruppo e a portare ad un rendimento altissimo tutti i giocatori. Io l’ho avuto e non è da tutti. Bisogna soffrire tanto in allenamento e dal punto di vista psicologico. Quando vede che un giocatore non lo segue, fa le sue scelte in manie netta non guardando l’età o i nomi. Conte ha una richiesta incredibile, lavora sui dettagli, a volte si fa odiare, ma il giocatore sa che sta tirando fuori il meglio e sta forgiando. Io ho smesso da due anni e devo dire che a volte il calciatore, io compreso, è superficiale. Lui non vuole esserlo. Sarri, Spallettie Conte sono tra i migliori allenatori in Italia e nel mondo, hanno la caratteristica in comune di guardare ai dettagli. Non sento Conte da tantissimo tempo, ma lo seguo con grandissimo affetto perché è stato l’allenatore, insieme a Materazzi che mi ha lanciato nel mondo dei professionisti. Se ho fatto una carriera importante una parte del merito va a lui. Come mai Stellini è diventato il vice di Conte? Ai miei tempi quando salimmo in Serie A, Stellini era nella fase finale della sua carriera e non giocava tanto. In maniera intelligente è stato come se fosse il secondo allenatore del mister. Ha fatto da collante affinché il gruppo avesse benefici. Nel tempo avranno incrementato il loro feeling e la loro empatia fino a lavorare insieme. Penso sia stato scatenante l’aiuto che ha dato Stellini a Conte sul finire della propria carriera. In quel Bari in Serie B c’era Ranocchia come centrale, l’anno seguente arrivò Bonucci”.
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