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Perinetti: “Il 4-1-4-1 non è una rovina! Scudetto? Inter rosa più forte. Su Conte…”

Alex Iozzi
Dal rendimento offerto finora da De Bruyne e Hojlund in maglia azzurra alle ipotetiche sorti della lotta al tricolore: l'analisi del dirigente sportivo sui principali temi d'attualità in casa partenopea

Giorgio Perinetti, direttore generale dell'Athletic Club Palermo, si è concesso per un'intervista ai taccuini de Il Corriere dello Sport. Nel corso del (lungo) colloquio, il noto dirigente sportivo ha analizzato, mediante le seguenti dichiarazioni, le principali tematiche relative al presente (e all'imminente futuro) della Società Sportiva Calcio Napoli targata (sul campo) "Antonio Conte".

"De Bruyne non può condizionare il collettivo. Napoli favorito per lo Scudetto, ma occhio all'Inter! Conte? Non lascia mai nulla al caso", le parole di Perinetti a La Gazzetta dello Sport

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«Non fissiamoci sui moduli. Conte ha sempre dimostrato di saper vestire le sue squadre con l'abito più indicato. Lo ha fatto anche al Napoli. A discapito di quello che si dice, è molto duttile e riesce a esaltare sempre il gruppo. Un esempio? Il 4-1-4-1 salva l'impiego dei tre fantastici centrocampisti dello Scudetto a cui ora si è aggiunto De Bruyne. In estate ero proprio curioso di vedere come lo avrebbe inserito».

Ma De Bruyne è un giocatore contiano?«De Bruyne è un giocatore di calcio con uno spessore e un'esperienza internazionale rari in Serie A, come Modric. Sono monumenti che fanno la differenza anche alla loro età. Però nessun giocatore, da solo, può condizionare l'idea di collettivo di Conte».

La grande sfida di quest'anno, inaspettata, è stata ripartire senza Lukaku.«Che dell'attacco era il play e per Conte un giocatore fondamentale con il suo gioco spalle alla porta. Hojlund è bravissimo, ma ha altre caratteristiche: è un centravanti rapido, che attacca la profondità, per questo serviva studiare nuove soluzioni e Conte lo sta facendo. Nessuno è ossessivo e maniacale come lui a preparare le partite».


L'esperienza inglese quanto lo ha arricchito?«Tanto, ma lui non lascia mai nulla al caso. Riflette, studia sempre, e farlo in uno dei campionati più competitivi al mondo è stato un bene anche per le sorti del Napoli».

Se ripensa al primo Conte allenatore, lo vede cambiato nella comunicazione?«Conte è sempre lo stesso: ha una comunicazione chiara e diretta, non si nasconde. Magari adesso conta fino a cinque prima di dire una cosa, ma ti dirà sempre quello che pensa a suo modo».

Il Napoli è la favorita per lo Scudetto?«Lo è perché a maggio lo ha vinto non da favorito, e su questo Conte ha ragione. Quest'anno cito anche l'Inter, che per me ha la rosa più forte. Il Milan può diventarlo. Roma e Juve oggi sono un passettino dietro».

La Champions è un'altra sfida intrigante per Conte.«Lo è per il Napoli come per la Serie A in generale. Negli ultimi anni, solo l'Inter ha fatto strada con due finali, per questo sostengo che abbia la rosa più ricca e completa di tutte».