Ma De Bruyne è un giocatore contiano?«De Bruyne è un giocatore di calcio con uno spessore e un'esperienza internazionale rari in Serie A, come Modric. Sono monumenti che fanno la differenza anche alla loro età. Però nessun giocatore, da solo, può condizionare l'idea di collettivo di Conte».
La grande sfida di quest'anno, inaspettata, è stata ripartire senza Lukaku.«Che dell'attacco era il play e per Conte un giocatore fondamentale con il suo gioco spalle alla porta. Hojlund è bravissimo, ma ha altre caratteristiche: è un centravanti rapido, che attacca la profondità, per questo serviva studiare nuove soluzioni e Conte lo sta facendo. Nessuno è ossessivo e maniacale come lui a preparare le partite».
L'esperienza inglese quanto lo ha arricchito?«Tanto, ma lui non lascia mai nulla al caso. Riflette, studia sempre, e farlo in uno dei campionati più competitivi al mondo è stato un bene anche per le sorti del Napoli».
Se ripensa al primo Conte allenatore, lo vede cambiato nella comunicazione?«Conte è sempre lo stesso: ha una comunicazione chiara e diretta, non si nasconde. Magari adesso conta fino a cinque prima di dire una cosa, ma ti dirà sempre quello che pensa a suo modo».
Il Napoli è la favorita per lo Scudetto?«Lo è perché a maggio lo ha vinto non da favorito, e su questo Conte ha ragione. Quest'anno cito anche l'Inter, che per me ha la rosa più forte. Il Milan può diventarlo. Roma e Juve oggi sono un passettino dietro».
La Champions è un'altra sfida intrigante per Conte.«Lo è per il Napoli come per la Serie A in generale. Negli ultimi anni, solo l'Inter ha fatto strada con due finali, per questo sostengo che abbia la rosa più ricca e completa di tutte».
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