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Montervino: “Non giustifico Acerbi. Sapete quante volte mi hanno chiamato terrone?”

Montervino
A 1 Station Radio è intervenuto il direttore sportivo ed ex capitano del Napoli
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A 1 Station Radio è intervenuto Francesco Montervino, direttore sportivo ed ex capitano del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Cosa ha sbagliato De Laurentiis dal post scudetto ad oggi?

“È chiaro che dopo una stagione come questa bisogna mettersi davanti ad uno specchio e chiedersi i perché dei tanti errori. Mi auguro che un presidente responsabile come De Laurentiis possa fare delle valutazioni. Ci sono tutti i presupposti per recuperare il terreno perduto. Sarà anche fantascientifico pensare allo stadio a Bagnoli, ma già che si pensi in maniera concreta di un progetto è già un buon motivo per dire ‘ecco, stiamo crescendo’”.


Il vero Osimhen è quello che abbiamo visto la passata stagione o quello poco costante degli altri anni, compreso quello attuale?

“Credo che in questa stagione vada considerata anche la Coppa d’Africa, che ha deteriorato fisicamente molti giocatori. Anche Anguissa non è lo stesso calciatore della passata stagione. Osimhen è sempre straripante, ma può anche non garantire il massimo in alcune circostanze. Ciò detto, resta l’attaccante più forte del campionato, anche superiore a Lautaro. Appena rientrato, ha dimostrato di essere tra i migliori a livello internazionale”.

Oltre Zielinski, crede ci sia qualche altro centrocampista a fine ciclo in azzurro?

“Dopo questa stagione, non mi meraviglierei ci fosse qualche partente di troppo. I centrocampisti più datati sono Anguissa e Lobotka. Faccio fatica, però, a pensare che lo slovacco e Frank possano essere i partenti di questa estate. Demme può essere il principale candidato a lasciare Napoli questa estate”.

Che figura deve scegliere il Napoli come futuro direttore sportivo?

“Il Napoli ha già un direttore sportivo bravo. Bisogna dare a Meluso la possibilità di esprimere le proprie potenzialità, l’autonomia di gestire lo spogliatoio e il mercato. Prima di pensare ad un suo sostituto, dunque, bisogna poter dare una chance a Meluso”.

Qual è il ruolo più congeniale a Lindstrom?

“Lo vedo come esterno, al massimo come seconda punta. È un giocatore che ha strappo, bravo nell’uno contro uno. In mezzo al campo può rivelarsi un calciatore importante soltanto con meccanismi di gioco che il Napoli di quest’anno non ha garantito”.

Natan promosso, bocciato o rimandato?

“Dipende cosa si voleva da Natan. Se si pensava dovesse sostituire Kim, allora potrebbe essere rimandato, o addirittura bocciato. Se, invece, si pensava potesse essere un prospetto per il club, allora potrà lavorare e crescere nel Napoli, anche con sensazioni positive sul futuro. Ha buone qualità, lavorando sull’adattamento in una difesa a quattro”.

È vero che, ancora oggi, si tende ad insultare l’avversario con epiteti poco gradevoli, salvo inserirli nel contesto della partita?

“Chiaramente è un gesto gravissimo. Tuttavia, non voglio giustificare Acerbi, ma in campo succede davvero di tutto. Sapete quante volte mi hanno chiamato terrone? L’avversario lo fa per cercare di indebolirti, per farti sentire in difficoltà. È un gesto da punire, ma in campo avviene di tutto. Sono atteggiamenti da non giustificare, ma da inserire nelle dinamiche agonistiche di una partita”.

Acerbi ha anche smentito Juan Jesus. Se avesse ammesso l’errore, forse, la vicenda si sarebbe chiusa in campo?

“L’errore più grave è stato questo, forse. A volte, i giocatori sono consigliati che badano a quella che è la pratica e non la forma. Gli avranno detto di negare tutto, ma adesso sarà il giudice sportivo a decidere. Certo è che, se si dovesse verificare quanto detto da Juan Jesus, si rischierebbe di andare verso una punizione esemplare”.

Consiglierebbe a Di Lorenzo di fare un passo indietro e riposarsi, lasciando il posto a Mazzocchi?

“Non è il giocatore che sceglie. C’è un allenatore che decide chi mettere in campo. Non deve essere il calciatore ad andare dal tecnico, ma quest’ultimo a riconoscere se il giocatore non sia nelle migliori condizioni. Il capitano, da uomo importante e intelligente, sono sicuro capirebbe”.

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