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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Montervino, direttore sportivo del Casarano ed ex capitano del Napoli.
interviste
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Montervino, direttore sportivo del Casarano ed ex capitano del Napoli.
"Perché un giocatore così importante come Di Lorenzo è arrivato tardi nel calcio che conta?Arriva tardi per due motivi. Troppo spesso nel calcio italiano ci sono poche persone di calcio, in grado di vantare capacità di competenza tecnica per poter capire la prospettiva di un calciatore. Poi, si punta troppo spesso sugli stranieri. Siamo invasi da calciatori non italiani che, tuttavia, sono giocatori per lo più normali. Di Lorenzo arrivava al Matera dopo che lo trattai al Taranto, poi va alla Reggina sino a raggiungere l’azzurro dopo Empoli. Per dover arrivare a certi livelli ha dovuto vincere campionati e fare 35 partite all’anno di livello altissimo. Non avrebbe potuto sbagliare mezza stagione se avesse voluto raggiungere il calcio che conta. È un mostro, fisicamente una belva. Ha tutte le caratteristiche tecniche e fisiche del calciatore completo, capace di ricoprire tutti i ruoli. Un giocatore che, ormai, rappresenta la completezza di quel che è un professionista."Col caso Juve il calcio italiano perde di credibilità?: "Non c’è dubbio. Se il club più rappresentativo della storia del calcio italiano fa quel che ha fatto, è normale che, a livello europeo ed internazionale, si pensi alla ‘solita storia italiana’. È chiaro che i bianconeri costituiscono un punto di riferimento per organizzazione e competitività sportiva, negli anni ha insegnato a far calcio. Tuttavia, ve tenuto ben presente quanto di sbagliato è stato fatto. È importante considerare che il periodo di maggiore splendore tecnico della Juventus, seppur legato a Moggi ed a deprecabili evidenze, è un periodo che giovava di figure tecniche di spessore assoluto. Un’organizzazione ed una struttura di competenze che portava il nostro calcio sul tetto del mondo. Dobbiamo ripartire da quel modo di fare calcio, seppur seguendo la strada della legalità."
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