Le dichiarazioni del direttore sportivo del Guidonia sul nuovo estremo difensore del Napoli e sul giovane centrocampista
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Fabrizio Lucchesi, direttore sportivo del Guidonia ed ex, fra le tante, di Roma ed Empoli. Da Vergara a Vanja Milinkovic-Savic, fino ad arrivare a Ndoye, sono tanti gli argomenti affrontati. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni.
Su cosa farebbe con Vergara
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“Su queste cose serve conoscere bene la realtà dall’interno. Il dato oggettivo è che una squadra come il Napoli, che vuole e deve competere da protagonista, ha bisogno di una rosa ampia. Ma attenzione: ampia di titolari, non solo numerosa. Non serve avere tanti giocatori, serve avere più titolari. Ecco quindi che la valutazione su Vergara va fatta in questi termini: se si ritiene che possa essere funzionale e protagonista, allora bene tenerlo. Altrimenti è più utile mandarlo a giocare, per farlo crescere ulteriormente e poi riprenderlo più avanti”.
Se Milinkovic-Savic farà la riserva di Meret
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“No, non ci credo. È vero che oggi le squadre puntano ad avere due titolari per ogni ruolo, e questo è diventato fondamentale da quando ci sono le cinque sostituzioni. Chi ha la possibilità, anche economica, di mettere in campo due giocatori dello stesso livello, ha un vantaggio competitivo enorme. Ma questo non vale per i portieri. Quindi, se Milinković-Savić è costato oltre 20 milioni e guadagnerà 3-4 milioni l’anno, è difficile pensare che sia stato preso per fare la riserva. Presumo che il Napoli lo veda come un titolare, altrimenti non avrebbe senso fare un investimento di quel tipo. Certamente, poi, qualcuno dovrà accomodarsi fuori, perché tenere certi giocatori significa avere un livello complessivo molto alto”.
Se il Napoli ha fatto bene a mollare la pista Ndoye
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“Sì, ha fatto bene. Quando si supera una certa soglia, vanno fatte delle valutazioni. C’è il valore del giocatore, ma anche il valore di mercato. E poi c’è una logica di sostenibilità: se spendo una certa cifra, devo anche pensare a quanto lo rivendo, almeno per rientrare dell’investimento. A volte è più giusto dire ‘no’, perché dire ‘sì’ è facile. Dire ‘no’, invece, richiede coraggio e visione”.