All’andata, Torino e Napoli si sono affrontate con una condizione mentale agli antipodi. Che gara si aspetta al ritorno?
“Il Napoli arriverà con un’altra testa, un altro entusiasmo. Gli azzurri hanno vinto contro i bianconeri, pur concedendo tante occasioni. Quel che conta, però, è il risultato finale. Ci si auspica che la squadra possa riacquisire compattezza con Calzona. I partenopei possono vendicare il risultato dell’andata”.
Quali possono essere le insidie del Torino di Juric?
“E’ una squadra a cui è difficile fare gol. Tuttavia, essendo più propenso a difendere, una volta che prende gol riscontra qualche difficoltà a ribaltare il risultato. I valori, però, suggeriscono un Napoli favorito nella sfida di domenica (la sfida si giocherà in anticipo venerdì sera, n.d.r.)”.
Tra Mazzocchi, Mario Rui e Olivera chi merita di più la titolarità sulla fascia sinistra?
“Come forza e gamba, forse, Mazzocchi si è distinto di più. Anche Mario Rui, però, ha fatto molto bene, dimostrando qualità e continuità nel ruolo. Penso, dunque, che, se starà bene, sarà il portoghese a giocare, con Mazzocchi pronto a sopperire ad eventuali defezioni. L’ex Salernitana, inoltre, può anche essere impiegato sulla corsia destra”.
Si aspettava qualcosa di diverso da Di Lorenzo in questa stagione?
“Mi ha sempre sorpreso in positivo, distinguendosi sia in Nazionale che al Napoli, dove ha conquistato la fascia da capitano. Lo scorso anno aveva un pizzico di cattiveria in più, nei contrasti e nelle scivolate. Era un giocatore che faceva la differenza e, forse, mi sarei aspettato qualcosa in più”.
Natan, la prossima stagione, può dimostrare il suo valore?
“Napoli è una piazza difficile. Non puoi sbagliare tantissime chance, la piazza mette pressione. Il brasiliano, in futuro, avrà bisogno di ottime e convincenti prestazioni per dimostrare tutto il proprio valore”.
Chi non vorrebbe affrontare: Kvaratskhelia o Osimhen?
“Tutti e due (ride n.d.r). Osimhen è un calciatore che riesce a tenere botta nei contrasti, ma sa essere anche devastante a campo aperto. Kvaratskhelia ti può fregare nello stretto, essendo meno potente sul lungo. Devi fare un lavoro sempre preventivo, prima che riceva palla. In certe giornate anche lui può essere devastante”.
Bremer, nel duello contro Osimhen, ha ricordato molto proprio Mauro Milanese…
“Lui ha lavorato di testa, fidandosi delle proprie capacità. Il brasiliano ha giocato sulla velocità, anche cercando di anticipare le mosse della punta azzurra. Se non lo si marca così, con un contatto anche costante e spigoloso, si rischia di subire un giocatore come Osimhen. Anche grazie a questo duello abbiamo visto una grande partita, riuscendo a limitare le potenzialità del nigeriano. Va però riconosciuto come a Victor sia bastata mezza palla sporca per creare pericoli”.
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