Il commento su Lucca e Scamacca
—C’è un attaccante di oggi in cui oggi si rivede o che apprezza particolarmente? “Nell'ultimo decennio ci sono stati diversi calciatori che tra i 35 e i 40 anni hanno fatto i capocannonieri in Serie A, un qualcosa che 20 anni fa era impensabile. Su questo dato pesano anche le nuove regole e l’introduzione del VAR, che hanno aumentato il numero di rigori e di conseguenza i numeri dei gol sono un po’ gonfiati. Prima un rigorista calciava e segnava 3-4 gol a stagione, ora anche dieci. Ovviamente faccio grandi complimenti ai giocatori che a 35 anni sono riusciti a diventare capocannonieri, però secondo me dobbiamo domandarci se questo calcio italiano di oggi è paragonabile a quello dei negli anni 2000. E per me la risposta è no, perché prima i campioni venivano in Italia da giovani, adesso vengono a fine carriera. Tra gli attaccanti di oggi mi piacciono molto Lucca, che secondo me è forte e può rappresentare il futuro del calcio italiano, e Scamacca, che è nell’età della maturazione definitiva di un centravanti”.
Sente Igor Protti? “Sento Igor quotidianamente, ma noi ci siamo sempre sentiti perché il nostro è un rapporto veramente speciale. Solitamente tra attaccanti che hanno giocato insieme non c’è grande amicizia, noi invece siamo legati da un grande affetto. Sta combattendo con l’avversario più difficile della sua vita, ma dentro al campo Igor ha sempre trovato le soluzioni nelle difficoltà e sono convinto che troverà la soluzione anche fuori dal campo contro questo ‘ospite indesiderato’, come lo chiama lui”.
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