Sulle riforme: “Ho fatto tante riforme che hanno portato grandi benefici, come la goal line technology. L’ho inventata io, ora non c’è più polemica. Per il Var ho fatto una guerra in consiglio federale, facevo corpo unico con Tavecchio. Nessuno lo voleva, io però la concepivo come fattore terzo, e non come una forma di controllo. Io sono a favore del rendere pubblica la comunicazione tra arbitro e Var perché non c’è nulla da nascondere. Sennò poi iniziano le dietrologie. A differenza di 20-30 anni fa sono cambiati gli interessi, non c’è più quello sportivo ma anche quello economico. Il rispetto delle regole è fondamentale. Se tu spendi per patrimonializzare riduci la cassa e ti si abbassa l’indice di liquidità. E non hai l’indice per iscriverti. Così obblighi le società a ripianare, ma costringi a mettere soldi società virtuose. Che non fanno debiti. Io ora sto costruendo l’Academy, e mica con i mutui ma con i soldi miei. Il paradosso è che invece è positivo l’indice di liquidità di società con debiti di 600-700 milioni. Quelle sono dirigenze tecnicamente fallite, che poi però vincono il campionato. Se metti parametri devono valere per tutti, senza scappatoie"
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