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L’ex giudice sportivo D’Urso: “Acerbi sarà condannato da tutti gli stadi d’Italia”

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Il magistrato ed ex giudice sportivo ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Bruno D'Urso, magistrato ed ex giudice sportivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte.

“È una decisione sulla logica della quale è difficile confrontarsi. Perché parliamo di un procedimento “disciplinare” e non penale. E non di una procedura amministrativa alla quale è evidentemente più contiguo il giudice sportivo che quello amministrativo. Io sono abbastanza esterrefatto perché se quella del fatto del quale stiamo discutendo è una prova indiziaria, allora inviamo al giudice sportivo le Cassazioni che hanno omologato condanne di soggetti a carico dei quali esisteva soltanto l'accusa della persona offesa. Ha fatto una valutazione assolutamente contraddittoria vista con l'occhio del giudice civile o penale; non tanto del giudice amministrativo quale l'attuale giudice sportivo è nella vita ordinaria e non nella professione collaterale. D’altro canto, c'è anche il rammarico di non poter portare la vertenza davanti ad un giudice di Berlino.

In merito alla questione se c'è o meno la possibilità da parte di Juan Jesus di fare ricorso in sede penale, posso dire che tutti i tesserati della FIGC sono sottoposti alla clausola compromissoria, cioè un divieto, se non a seguito di autorizzazione o violazione, di adire il giudice ordinario per fatti accaduti nelle dispute sportive. Ma io penso che non convenga assolutamente trascinare queste cose; oltretutto si tratterebbe di un'ingiuria. Né una calunnia né diffamazione, ma ingiuria. Io penso che il sig. Acerbi sarà accolto in tutti gli stadi d'Italia come merita dai tifosi di qualsiasi colore. In tutti gli stadi d’Italia, infatti, varranno i commenti sonori nei confronti di Acerbi più di un procedimento disciplinare o una condanna del tribunale. Quando dico queste cose non sono tradito dalla mia fede azzurra ma sono in sintonia col mio essere uomo che ha tentato di dimostrare che la legge è uguale per tutti. In questo caso la disciplina sportiva, francamente, non è stata uguale per tutti”.


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