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interviste

Legrottaglie si confessa: “Da egoista a religioso. Napoli e Dea possono sorprendere”

Le parole di Legrottaglie
Le parole dell'ex difensore tra le altre del Milan, sulla sua carriera e sulle possibilità del trionfo tricolore di quest'anno
Angelo Salzano

L’ex difensore Nicola Legrottaglie, oggi dirigente sportivo, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, raccontando aneddoti e riflessioni sulla sua carriera dentro e fuori dal campo "Alla Sampdoria ho sempre guardato al cuore dei giocatori, non all’apparenza", spiega. "Chi si presenta in giacca e cravatta fa bella figura, ma se poi spacca lo spogliatoio a che serve? Nel calcio l’apparenza spesso inganna e l’essere ‘bellocci’ può diventare un limite. Ricordo ancora quando nel 2000, durante il prestito alla Reggiana, l’allenatore Rumigliani mi sfidò a braccio di ferro con il suo vice Gregucci, per capire se ero davvero forte".

I rimpianti, la fede e il rispetto nello spogliatoio

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Legrottaglie si apre anche su aspetti personali e momenti che hanno segnato il suo percorso: "Da calciatore è tutto semplice, non mi sono fatto mancare nulla. Ma sono stato troppo egoista con alcune ragazze, e di questo mi sono pentito. La Bibbia mi ha aiutato a cambiare".


Racconta poi un altro lato della sua carriera:"Dalle panchine avversarie mi urlavano 'prete', ma i compagni mi rispettavano. Con Kakà ho condiviso la fede".

E sugli allenatori:"Ho perdonato tutti, anche Mazzone. Una brava persona, ma con me si è comportato male: mi dava sempre la colpa di tutto. A distanza di anni, sono convinto che anche quell’esperienza negativa mi abbia fatto crescere".

Gli allenatori top, la corsa scudetto e i personaggi della Juve

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Legrottaglie ripercorre le panchine prestigiose vissute:"Ho avuto il meglio: Lippi, Capello, Allegri, Trapattoni in Nazionale. Mi piaceva molto Zaccheroni, Delneri mi ha insegnato un calcio diverso, e Ranieri mi ha fatto rinascere alla Juve. Non mi sorprende che stia facendo lo stesso alla Roma".

E sullo scudetto?"L’Inter ha qualcosa in più, ma attenzione a Atalanta e Napoli che non hanno le coppe. Punto una pizza su Conte".

Il racconto si chiude con qualche ricordo della Juventus:"Il più disciplinato era Nedved, alle 9 di sera era già a letto. Camoranesi era estroso e buono. E poi Tudor: ogni tanto gli prendeva il matto in allenamento, si toglieva la casacca e se ne andava".

Infine una battuta suIbrahimovic: "Con qualcuno ho litigato ai tempi della Serie C, ma non con Ibra. Se sei saggio, Zlatan lo lasci stare".

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