“Sì, certo. Anche perché il Lecce scenderà in campo conoscendo già i risultati di Cagliari e Parma. Guardando gli impegni che li attendono nelle ultime tre, e considerando che ormai il Monza è retrocesso ma Empoli e Venezia sono ancora lì, prendere un punto col Napoli sarebbe comunque un gran colpo. Però, ripeto: se il Napoli riesce a portare a casa questa partita, dà una scossa fortissima alla lotta scudetto.”
Quanto incide il ritorno col Barcellona sulla mente dei calciatori dell’Inter?
“Pesa, eccome. E pesa anche nella testa dell’allenatore e dei dirigenti. Quella col Barcellona è forse l’appuntamento più importante della stagione. Io ho sempre pensato che, per caratteristiche, l’Inter sia una squadra che dà il meglio nei coppe, nelle competizioni secche. Negli ultimi anni ha dimostrato di andare sempre avanti in Europa. Questa sfida pesa tantissimo. Secondo me influirà anche nelle scelte di Simone Inzaghi, che dovrà gestire risorse e forze, considerando affaticamenti e infortuni. La gara col Barcellona vale una stagione. Vincere la Champions è il sogno di ogni calciatore, ma anche solo arrivare in finale è un traguardo enorme.”
Da esperto di mercato, che idea si è fatto della situazione legata ad Antonio Conte? C’è davvero il rischio che lasci Napoli?
“Secondo me, dovrà avere un colloquio importante con la società che potrà essere chiarificatore in positivo o negativo. Conoscendo Conte, uno che quando raggiunge un obiettivo non si accontenta, ora che ha portato il Napoli in Champions — traguardo per nulla scontato — vorrà alzare l’asticella. Se dovesse vincere anche lo scudetto, servirà una programmazione all’altezza. Se De Laurentiis sarà disposto a sostenerla, allora Conte potrebbe anche rimanere e radicarsi a Napoli. Però, diciamolo chiaramente, la questione della cessione di Kvaratskhelia a gennaio ha creato uno scossone, una crepa tra le parti che si dovrà ricomporre. Conte è un maestro della comunicazione, con le sue parole ha alzato l’asticella volutamente, per tenere la squadra il più tranquilla possibile e lontana dalla pressione, che a Napoli è altissima. Parlando fuori dai denti, Conte è uno che capisce perfettamente quando un ciclo è finito. È successo alla Juventus, è successo in altre piazze, ed è successo anche a Spalletti proprio al Napoli: magari resti poco tempo, ma ottieni il massimo possibile. E quando capisci che per ottenere di più serve qualcosa di diverso, allora ti fai da parte. Se invece intravede una possibilità di crescita, allora resta. Ma è chiaro che per competere su tre fronti, serva una rosa profonda e di altissimo livello. Quest’anno l’Inter lo ha dimostrato. Il Napoli, invece, ha avuto il ‘vantaggio’ di giocare una sola competizione alla settimana.”
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