Cruyff, Haan, Neeskens, i gemelli van de Kerkhof, Rep e Rensenbrink ha fatto parte della generazione d’oro della Grande Olanda. Da ieri sera è nel posto del suo cuore, a Napoli. Per trascorrere un periodo di relax.
«Io non riesco a stare lontano da qui per troppo tempo. Devo venire a respirare l’aria della città dove sono stato felice. E che ancora
adesso mi rende felice».
Krol, sono le stesse cose che ha detto a Beukema?
«Gli ho parlato. E sono stato subito chiaro con lui: essere bravi al Bologna non basta per essere bravi al Napoli. Devi per forza fare un passo in avanti, devi impegnarti per farlo, senza accontentarti. Glielo impongono tante componenti: su tutte l’età. Può e deve far meglio. E ha la fortuna di avere un maestro che lo allena».
Conte dice che questa stagione è più complicata di quella passata.
«Ha ragione. Perché anche se sembra strano dirlo dopo lo scudetto vinto, ma è un anno di ricostruzione perché sono tanti i cambi fatti, tante le novità. Una squadra di calcio non è una formula aritmetica: uno più uno non fa immediatamente due. Ed è proprio quello che sta succedendo anche al Psv».
Anche gli olandesi hanno cambiato tanto?
«Sì, hanno venduto Tilmann, Lang, Bakayoko ma sono secondi in Eredivisie dopo aver vinto per due volte il campionato olandese. Ecco. Pure loro come il Napoli stanno incontrando qualche difficoltà in questo avvio di stagione...».
Il Napoli che va in campo oggi a Torino come sta?
«Ci sono cose che Conte sta sistemando. De Bruyne lì non mi convince, credo che debba avere maggiore libertà di azione, sfruttare meglio la sua creatività. E poi mi sembra chiaro che la coppia McTominay-Lukaku dello scorso anno non è ancora paragonabile a quella di De Bruyne-Hojlund di questa stagione. Però adesso arriva il bello, perché questo mese può dire tante cose».
Che gara si aspetta con il Torino?
«Non semplice concentrarsi solo all’impegno di oggi senza pensare al match col Psv che può essere decisivo per il passaggio del turno. Ma le grandi squadre come il Napoli stasera devono vincere e con il minimo sforzo. Magari risparmiando pure per un po’ i migliori».
Se le dico Torino a cosa pensa?
«Il gol di Musella che ci consentì di arrivare al primo posto con Roma e Juventus nel campionato ‘80-‘81. Sognammo lo scudetto a occhi aperti, la città lo festeggiò quasi come lo avessimo già vinto. Invece arrivò il risveglio del sogno, con l’autogol di Ferrario e la sconfitta con il Perugia la domenica dopo».
Ora è un altro Napoli?
«Sì, costruito anche nella testa per vincere. Ma ancora un cantiere in corso: perché non si costruiscono le grandi squadre in un solo giorno. L’Ajax venne plasmato nel corso del tempo dall’avvento di Michels, nel 1965, che impose i suoi metodi di lavoro».
Molto simili a quelli di Conte?
«Sì, tantissima corsa, due giorni a settimana doppia seduta. Ai miei tempi c’era un preparatore atletico che aveva lavorato nel mezzofondo con la nazionale di atletica leggera e quando lo vedevamo ci venivano i brividi perché sapevamo quello che ci aspettava. Ora sorrido quando
leggo della stanchezza per gli allenamenti di Conte: se non fatichi, non arrivi mai lassù, in alto. Dove adesso è il Napoli e dove adesso ci sono molti calciatori azzurri».
Una settimana chiave per il Napoli?
«Importante. Perché poi c’è anche l’Inter in casa. Ovvio che gli scontri-diretti valgono solo tre punti, come la gara con il Torino. Ma quando li vinci, metti in corpo energia perché cresce la tua autostima».
Farebbe turnover al posto di Conte?
«No, vorrei vincere oggi, poi martedì e poi sabato. E quindi farei le scelte solo in questa ottica. Torino è difficile, Baroni avrà voglia di mettere da parte le critiche degli ultimi tempi. E il Psv, che ha un solo punto nel girone Champions, è quasi all’ultima spiaggia».
Il Psv quanto temibile è ora?
«Negli anni ‘70 la rivalità era tra noi dell’Ajax e il Feyenoord: andare a giocare in quel piccolo campo con tutta quella gente sugli spalti era sempre speciale. Anche adesso lo è, sono campioni ma hanno venduto tanto questa estate e hanno preso van Bommel e Wanner. Il loro allenatore, Peter Bozs, vorrà fare bella figura al cospetto di Antonio Conte. Come tutti d’altronde: Conte ormai è uno dei più forti tecnici al mondo. E a Napoli ha solo confermato quello che si sa di lui».
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