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interviste

Marra: “Caso Juan Jesus? Acerbi deve pagare. Ho un consiglio da dare a De Laurentiis”

Juan Jesus
Le dichiarazioni dell'avvocato esperto di diritto sportivo ai microfoni di 1 Football Club: le dichiarazioni rialsciate
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi Michele Marra è intervenuto a "1 Football Club",  programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio. Numerose le tematiche trattate dall'avvocato esperto di diritto sportivo.

Le parole di Marra

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Di seguito le dichiarazioni rilasciate: come commenta la vicenda che vede coinvolti Juan Jesus e Acerbi? "Il mondo del calcio è un mondo particolare, nel quale, fino a quando non ci saranno interventi robusti, interventi seri, ci sarà la necessità di rimettere in ordine le cose. Dire che nel campo si può bestemmiare, si possono fare imprecazioni o insultare l’avversario, ci metterà nella situazione di dover continuamente minimizzare situazioni gravi. Sul campo ci sono tante figure che devono vigilare su certe dinamiche. Acerbi ha sbagliato e deve pagare. Sembra esserci un buonismo per cui è necessario salvare tutti, ma l’offesa a Juan Jesus è di una gravità enorme, anche per l’impatto sui giovani".


Sull'educazione di uno sport come il calcio: "Quando ci si avvicina al calcio dicendo che l’arbitro non si può mettere in discussione si commette un errore. Anche l’arbitro deve essere posto sotto i riflettori come un atleta, come il povero Meret che riceve improperi ad ogni errore. I direttori di gara stanno facendo il bello e il cattivo tempo. Se l’arbitro avesse messo a referto quanto accaduto, non ci sarebbero stati gli strascichi dell’ultima settimana".

Sull'eventuale espulsione di Acerbi: "Ho fatto la prima denuncia contro gli arbitri, la cosiddetta banda pechinese della finale di Supercoppa, Da lì, si è aperto un mondo, con la possibilità di adire la Procura della Repubblica. La frode sportiva esiste! È necessario fermare gli arbitri quando si prefigurano certe dinamiche, anche se è difficile provare la malafede. Quest’ultima può anche intendersi come manifesta, con gli atteggiamenti. Tante volte il Napoli, per vedersi riconoscer un penalty in questa stagione, ha dovuto attendere l’esito del Var. Perché l’arbitro dovrebbe essere immune da qualsiasi macchia? Le punizioni che ricevono questi signori sono di scarsissimo valore. Non perdono quasi nulla a livello economico. Se, invece, si operasse una sanzione cospicua, cambierebbero le cose. Nessuno sembra voler riformare questo settore. Gli arbitri non possono essere dipendenti dalla stessa struttura che amministra il campionato. Devono essere terzi! Se questi arbitri rispondo sempre alle stesse società di calcio, ci sarà sempre un conflitto di interessi".

Sull'errore di Calvarese in Juve-Inter e sui danni al Napoli per la mancata partecipazione al Mondiale: "Feci una segnalazione anche a Platini, quando era all’UEFA, per un gol di un fuorigioco di un metro, a causa del quale il Napoli non poté disputare la finale di Europa League. Ho anche chiesto ai tifosi che scommettono di fare cause di risarcimento danni contro gli arbitri in caso di errore grave. Se ho puntato cinque euro, e ne ho persi cinquanta, devo poter avere la possibilità di rivalermi. Quando un arbitro fa finta di non vedere, sta alterando un risultato sportivo. Con il calcio di oggi, e le telecamere così diffuse, certi atteggiamenti sembrano palesi. Gli arbitri della nostra regione, ad esempio, non arbitreranno mai il Napoli. Perché questa decisione non dovrebbe avvenire anche per un direttore di gara che proviene da Bergamo, come Mazzoleni, quando è risaputo che determinate città nutrono una certa avversione per i napoletani? Come non mandiamo Guida ad arbitrare Napoli, allo stesso modo non dovremmo mandare Mazzoleni o Orsato ad arbitrare gli azzurri".

Sulla possibilità per De Laurentiis di presentare una causa: "Lo farei, ma bisogna comprendere che nel calcio ci sono le reazioni, che potrebbero definire un contraccolpo ancor peggior. Suggerisco agli azzurri di iscriversi al campionato spagnolo, un torneo che potremmo definire borbonico".

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