Lo street artist Jorit, tifoso partenopeo, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport soffermandosi sulla stagione del Napoli e il significato del murale di Maradona.
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Jorit: “Dopo lo 0-4 a Napoli c’è tensione, vi spiego il murale di Maradona”
Jorit sull'amore e il murale per Maradona
—"Come tutti l’ho apprezzato prima per le imprese sul campo, ma poi ho scoperto quel suo lato umano che andava al di là del calcio. Il mio amore è cresciuto sempre di più verso la sua persona grazie al suo attivismo nei confronti della Fifa e del sistema e al suo schierarsi dalla parte del popolo che sia sudamericano, cubano o palestinese. A Napoli e nel mondo gli ho dedicato decine di murales, ma diciamo che aver creato quello più imponente quando ancora era in vita ed essere ringraziato pubblicamente da Diego è stato un vero onore. Maradona sarebbe stato felice di veder giocare questo Napoli? Assolutamente si. Sia dal punto di vista calcistico che umano. Diego era una persona che gioiva nel vedere la gente felice, era in sintonia con il popolo su questo e lo sarebbe stato anche ora che Napoli è in fermento. Sarebbe stato tra la gente a festeggiare. Ne sono certo. Collegamento tra Hamsik e il murale di Maradona. Esatto. Diede un contributo per realizzarlo. Considera che fu tutto autofinanziato con delle collette grazie agli ultrà del Napoli, nessuno ci aiutò, né le istituzioni né il club. Tutto grazie ai tifosi".
Sul Napoli attuale e i quarti di Champions
—"Chi mi ha sorpreso di più? Sicuramente Kvaratskhelia, ma tutta la squadra è eccezionale. Ad oggi però non riesco a scegliere un calciatore rispetto ad un altro, io sono più per l’idea del Napoli vissuto come una passione, al di là dei giocatori. Quelli passano. Simbolo della squadra attuale? Osimhen. È un ragazzo d’oro e credo abbia interiorizzato lo spirito napoletano. A chi dedicherei un murale? Ricevo sempre richieste e commissioni di questo tipo, ma le mie opere hanno una valenza simbolica che va al di là del calcio, per me devi avere un valore di partenza che va oltre il gioco. Diego, beh, inutile che lo spieghi. Marek in quel momento anche lui incarnava la napoletanità. Quarti di Champions contro il Milan? Non posso rispondere, sono superstizioso e scaramantico. Però ammetto che ho un po’ di paura. Sconfitta per 4-0 in campionato? Guarda io ho già messo mille bandiere… Ma dopo quella serata, sarò magari eccessivo, però c’è tensione. La gente sta impazzendo. Ci sono bandiere ovunque, si dipingono le inferiate delle case… C’è un fermento che non ho mai visto prima ed è davvero un qualcosa di unico".
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