Jorginho, si è concesso alle pagine de La Repubblica, e ha parlato della situazione complicata in cui si trova la Nazionale italiana. Di seguito un estratto dell'intervista.


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Jorginho: “Io credo che la Nazionale andrà al mondiale. Da Sarri ho imparato…”
Jorginho: "L'Italia deve stare nell'elite del calcio mondiale. Gattuso non mi ha chiamato, ma penso sia il giusto CT"
—"Siamo sorpresi e dispiaciuti un po’ tutti, perché l’Italia deve stare nell’élite del calcio mondiale. Se Gattuso mi ha chiamato? No, ma fino a quando giocherò ad alti livelli, sarà sempre un onore rappresentare il paese che amo e che mi ha dato l’opportunità di vivere il mio sogno. Se il CT pensa che potrei essere utile non mi tirerò indietro: non rifiuterei mai una convocazione. Vincere il Mondiale col Flamengo potrebbe servirmi a convincerlo, è una buona vetrine. I problemi azzurri? Domanda difficile e risposta complessa. Facendo anche il confronto con l’Inghilterra, si vede però che i giovani non vengono mai fuori, quindi c’è una motivazione profonda che parte da lontano. Però poi vedi che l’Inter gioca due finali di Championsin tre anni e fai un po’ fatica a definire il calcio italiano in crisi. Gattuso è l’uomo giusto? E’ un allenatore importante, di carattere, che può tirare fuori tante cose dai ragazzi, credo sia capace di ricavare il meglio. Ma poi alla fine sarà il risultato a contare. Secondo me si può ancora andare al Mondiale: le cose per l’Italia non sono mai state facili, abbiamo sempre dovuto sudare, sudare, sudare, è stata sempre una fatica. Però fa parte del gioco e bisogna crederci. Io ci credo. Ho preso di più da Sarri, Tuchel o Arteta? Questa risposta sembrerà un cliché, ma è semplicissima: quando lavori con tanti allenatori così bravi impari un po’ da tutti, la parte difensiva da questo, quella offensiva da quello, la gestione del gruppo da un altro. Alla fine sta a te saper assorbire il meglio da ciascuno»".
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