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Italiano: “Vogliamo regalare 9 squadre all’Italia in Europa. Sul futuro…”

Italiano: “Vogliamo regalare 9 squadre all’Italia in Europa. Sul futuro…” - immagine 1
Il tecnico della Fiorentina ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza alla vigilia della finale di Conference League
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza alla vigilia della finale di Conference League contro l'Olympiakos.

“Se sento ottimismo in più rispetto a un anno fa? Io rispetto a quando arrivai sono diverso: non dico migliorato o cresciuto ma diverso. Ho visto tante cose, migliorato e modificato alcune parti, lavorato con ragazzi straordinari. Forti loro forti noi, gara da cinquanta e cinquanta, un po’ di esperienza in più ce l’abbiamo, domani dobbiamo cercare fare di tutto per non commettere errori, col fuoco dentro, con la massima applicazione dando tutto quello che si ha. L’anno scorso non è stato bello l’epilogo, ce lo ricordiamo, ma adesso abbiamo esperienza in più e dobbiamo farla fruttare.


La mia parola chiave che userò coi ragazzi? Quello che ho sempre detto e cioè che l’identità non la dobbiamo mai perdere: quel credo calcistico, l’organizzazione che ci ha portato fino a qui, con adattamenti a quello che è una finale, massima percezione del pericolo, concretezza, i dettagli da curare, l’attenzione a livello individuale e se devo utilizzare una parola dico furore, furore agonistico: quello non deve mancare mai. Quando sono arrivato a Firenze poter pensare di presentarmi due volte di fila davanti a una platea del genere non era nemmeno nell’anticamera del mio cervello: ora abbiamo la possibilità di raggiungere una gioia immensa e la vogliamo raggiungere. 

Nove squadre italiane in Europa? Abbiamo anche questa responsabilità, da quando sono nel calcio una cosa così non l’ho mai vista e quindi faremo di tutto per vincere anche per i nostri amici di Torino.

Come fermare El Kaabi? Abbiamo portato dei lucchetti, delle catene. A parte gli scherzi, sia lui che la squadra hanno fatto un grande percorso, come noi del resto che arriviamo alla finale da imbattuti. Lui sta segnando con regolarità: è pericoloso in area, fuori area, attacca la profondità, quindi abbiamo studiato qualcosa. L’Olympiakos ha già vinto qui? Non la sapevo ed è un altro pericolo aggiunto a tutti gli altri: ma quando si scende in campo tutto passa in secondo piano e si dimentica tutto. Sì, loro giocano nella città in cui vivono ma lo stadio sarà metà e metà. Vero che loro non hanno viaggiato come noi, hanno lavorato a casa ma appena scendi in campo vincerà chi avrà più fame e fuoco. L’Olympiakos è un ottimo avversario ma abbiamo studiato e speriamo di avere la meglio.

Il futuro? Il telefono è spesso spento, è silenzioso e adesso non mi interessa sentire altro che la finale, sarebbe il coronamento di annate in cui si è costruito tanto”.