I frutti del suo lavoro, però, sono evidenti: "Più che il mio lavoro, sono le indicazioni che io gli do per maturare ed essere ragazzi giovani che, a volte, devono ridere e scherzare, ma anche prendere sul serio ciò che fanno. Giocare a calcio è un mestiere troppo difficile".
Sul cucchiaio di Camarda Baldini ha aggiunto con un sorriso: "No, ognuno è libero di calciare come vuole, anche se io quei calci di rigore lì li odio (ride, ndr), ma se uno se la sente è giusto che lo faccia".
Infine, il CT ha ribadito la libertà dei suoi ragazzi: "Sicuramente, non metto loro pressioni o sono preoccupato tanto dagli avversari. Spiego la partita e voglio che loro giochino perché sono bravi, hanno talento e non devono avere freni".
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