Sullo scudetto vinto dal Napoli: "Sicuramente un po' di rammarico c'è, ma anche dal Canada sono sempre stato il primo tifoso del Napoli e anche da lontano con la mia famiglia abbiamo festeggiato. Parecchie persone hanno pensato che io fossi invidioso, ma per il Napoli non lo sarò mai".
Sarri miglior allenatore della sua carriera? "Nulla togliendo agli altri allenatori bravi e tutti che sono stati utili alla mia crescita, ma credo che mister Sarri con me ha fatto un lavoro straordinario. Curava tutto, persino i falli laterali provavamo in settimana. Ci stressava ma lo seguivamo perché ci divertivamo sia in partita che in allenamento. Arrivavamo in campo col sorriso e penso che l'abbiamo fatto capire a tutti facendo divertire anche i nostri tifosi. Ci siamo andati vicini quell'anno ma siamo andati vicini".
Inter-Juventus, l'espulsione di Pjanic e lo scudetto perso in albergo "Tu sei stato calciatore come me e anche superiore a me (riferito a Cassano, ndr). Stavamo guardando la partita tutti quanti insieme, poi quell'espulsione di Pjanic... non fatemi andare oltre. Era una cosa molto evidente. Poi siamo andati in campo, il rosso a Koulibaly e tutte situazioni che ci hanno penalizzato. Purtroppo è successo ed è dispiaciuto prima a noi giocatori. Dopo la vittoria di Torino ci hanno accolto all'aeroporto in tanti, purtroppo è andata così".
Sull'addio al Napoli: "Problemi coi tifosi e con la squadra no. Il presidente ha fatto la sua scelta e io la mia. I matrimoni si fanno in due. Non dico che è stata una scelta economica perché non avrei mai chiesto tutti quei soldi al Napoli che mi ha poi dato il Toronto. Non mi sarei mai permesso. Ho fatto una scelta. Calcisticamente posso anche dire che non è andata benissimo per tanti motivi, ma sono stato bene in termini ambientali. Là non è calcio (ride, ndr)".
Sul ritorno in campo: "Ho voglia di tornare. Ho rifiutato tante offerte all'estero perché non mi andava di partire, il mio obiettivo è di tornare in Italia ma soprattutto conquistare di nuovo la nazionale perché ci tengo tanto. C'è qualcosa in pentola ma ora non posso parlare...".
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