Sugli ex compagni
—Mi sono subito sentito a casa. Lavezzi, Hamsik e Insigne? C'erano anche tanti sudamericani: Gargano, Bogliacino, Campagnaro. Per colpa loro adesso bevo sempre compagno. A ottobre arrivò Mazzarri, è stato come un padre. Con lui ho iniziato a giocare sulla corsia sinistra nel 3-5-2. Lì davanti non ci fermava nessuno: Quagliarella, Denis, il Pocho. Ezequiel è un loco, completamente matto. Durante le partite, quando aveva il pallone, si avvicinava e mi prendeva in giro: “Dai, prova a rubarlo”, scherzava. Ci divertivamo tra uscite e grigliate con l'asado. Siamo ancora molto amici.
Sul campo
—Il campo mi manca. Vorrei correre e dribblare come facevo una volta. Ma devo accontentarmi di esultare per i gol del mio Napoli. Amo la città e i tifosi. Sui social, ancora oggi, mi arrivano tantissimi messaggi. Conte è un grande allenatore, la società è solida. La squadra ha tanta grinta. Meritavano lo scudetto".
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