Sui giovani: “La nostra progettualità va avanti dal 2018, nel frattempo siamo diventati campioni d’Europa con l’Under 17 e con l’Under 19 e vicecampioni del mondo Under 20. Stiamo poi avviando un progetto per l’attività di base dai 5 ai 13 anni con due campioni del mondo, Perrotta e Zambrotta, insieme a un maestro come Prandelli. Vogliamo cancellare l’idea di un metodo incentrato solo sulla tattica“.
Sulla riforma dei campionati italiani e l’ipotesi della Serie A a 18 squadre: “La riforma dovrà essere radicale. In Italia abbiamo 100 società professionistiche rispetto alle 92 dell’Inghilterra, che ha due livelli di professionismo. Nella nostra Serie B il 35% del turnover surriscalda il sistema e lo indebita. Il concetto di mutualità tra le leghe ha una percentuale altissima in termini di divario. Non può ridursi tutto a ‘Serie A a 18 sì o no’. Serve il consenso di tutte le leghe“. Gravina ha poi parlato così del rapporto tra club di Serie A e la Nazionale: “Se le società sono antagoniste? Oggettivamente lo sono, anche se involontariamente. Ogni club guarda al proprio tornaconto“.
Sul post Spalletti: “Se Mancini si era proposto per tornare? È vero. Ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità. Spalletti? Io non l’avrei mandato via neanche dopo Norvegia-Italia. Sì, che alla fine di quella conferenza (quella in cui Spalletti annunciò la fine del rapporto, ndr) io e Luciano, insieme, avremmo annunciato la risoluzione“.
Sul prossimo mondiale: “Se mi aggrappo all’ottimismo? Sì, e lo faccio su basi concrete, reali, su elementi oggettivi come il percorso che ci ha portato fin qui al netto del secondo tempo con la Norvegia. Il pessimismo ci fa sprecare energie, disperderle non aiuta la causa. L’obiettivo è alla portata. Rimbocchiamoci le maniche, impegniamoci tutti insieme. E dico tutti“
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202506/276244da265849a47cb1f4f1d8046481-scaled-e1748773605579.jpg)