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Giannichedda: “Se vogliamo far crescere i giovani, giusto puntare su Folorunsho”

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A 1 Station Radio è intervenuto il CT della Rappresentativa Nazionale Serie D Under 18 e Under 19
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A 1 Station Radio è intervenuto Giuliano Giannichedda, CT della Rappresentativa Nazionale Serie D Under 18 e Under 19, ex calciatore di Juventus e Lazio. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Ci sono talenti che cominciano a rubare l’occhio in Italia?

“I ragazzi ci sono, bisogna farli crescere, credere in loro. È necessario lavorare di più. Il calcio professionistico è a un livello in cui è necessario allenarsi bene già in giovane età, anche mentalmente. Secondo me, possiamo tornare a crescere talenti di spessore proprio seguendo questa strada”.


Come si è finiti all’attuale impoverimento di talenti?

“Il fatto di essere un po’ troppo esterofili ha portato a scegliere profili stranieri nelle primavere, nell’under 18. Bisogna investire nelle giovanili e sui talenti italiani. I nostri ragazzi, con il loro attaccamento e senso di appartenenza, possono essere un valore. Se anche a livello di allievi sceglieremo sempre gli stranieri, faremo fatica”.

A Napoli si è mandato in prestito Folorunsho e si è acquistato Cajuste. Una scelta che non ha pagato…

“Noi, a diciotto anni, parliamo di giocatori giovani, così come a ventuno o ventidue. Si parla di inesperienza, ma, se non giocano, come possono acquisire esperienza? La settimana scorsa c’è stata Liverpool-City, Klopp ha fatto giocare due ragazzi di diciannove anni, ringraziando l’Accademy che gli ha permesso di adoperare quelle scelte. Pensiamo anche al Barcellona, che contro il Napoli ha giocato con due 2007. Il ragazzo va cresciuto. Parlando di Inter, i nerazzurri hanno preso Mkhitaryan ed hanno venduto Casadei. È una plusvalenza, naturalmente, ma se il discorso è vendere un diciannovenne per un trentenne non cresceremo mai. Ci sono squadre italiane che lavorano bene sia a livello giovanile che di prima squadra, come l’Atalanta. È importante sapere che i giovani possono non portare benefici immediati, ma sono preziosi per la programmazione dei club”.

Il test di questa sera, tra Italia e Venezuela, può consentire ad esperimenti come quello di Lucca al centro dell’attacco.

“Queste partite servono propri a fare degli esperimenti. Sono d’accordo con quanto detto da Spalletti. In questo momento si convocano i migliori e vanno provati. Se tanti dei convocati giocano a tre dietro, è giusto che possano giocare in tal modo anche in Nazionale. È giusto fare le prove del caso in vista dell’Europeo”.

Amichevoli giocate così lontano dall’Italia possono essere usuranti?

“Sono trasferte già concordate da tantissimo tempo. In un momento del campionato, in cui si gioca ogni tre giorni, queste amichevoli possono pesare. Pensiamo, però, ai sudamericani che ogni volta, con grande entusiasmo, volano dall’altra parte del mondo per vestire la maglia della nazionale”.

I friulani rischiano davvero di finire nella bagarre della retrocessione?

“Ci sono già. I friulani lavorano molto bene a livello di scouting mondiale, anche se molte volte si pensa che un calciatore possano garantirti più di quel che realmente garantisce. Il calcio italiano richiede un difficile adattamento. Devi essere bravo a calarti subito nella parte. Restare lì per troppo tempo, se non sei abituato, può comportare dei rischi”.

Perché Tudor ha accettato la Lazio in corsa?

“Ha accettato perché la Lazio è un club importante, Roma è una città importante. Sarà una sfida entusiasmante. Tudor fa un gioco diverso. È arrivato subito perché, oltre gli obiettivi stagionali, può giovare dei mesi che mancano alla fine del campionato per conoscere meglio la squadra”.

Qualcuno della rosa laziale ha tradito realmente Sarri?

“Non credo a questa storia. Son professionisti e, nonostante a qualcuno possa non piacere il gioco di un tecnico, non si scende in campo per perdere. Non ho mai visto una cosa del genere in quarant’anni di carriera”.

Massimiliano Allegri può essere l’allenatore giusto per aprire un ciclo di giovani alla Juventus?

“Può essere l’allenatore che allena una Juve così, ma deve essere chiaro a tutti. Se si apre un ciclo di giovani, non si può pensare di lottare con l’Inter o per la Champions sin da subito. Se alla prima sconfitta o pareggio ci sono critiche, è giusto cambiare tutto e, dunque, allenatore”.

Più Casadei e Folorunsho e meno Mkhitaryan e Cajuste?

“Sono giocatori forti ma, se l’intento è quello di far crescere i nostri talenti, allora è giusto puntare su Folorunsho e Casadei”.

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