L'ex tecnico ha giudicato la crescita della Nazionale
Arrigo Sacchi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport ha parlato dell'Italia di Gattuso che deve migliorare sul piano del gioco, ma ha ritrovato lo spirito giusto. A seguire le sue parole.
Sacchi: "L'Italia deve migliorare. Gattuso sta facendo un buon lavoro sullo spirito"
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"Dopo la partita contro la Moldova, una sola cosa mi sento di dire a Rino Gattuso, commissario tecnico che stimo per il modo in cui si è proposto all’ambiente e per la serietà e la tenacia che mette nel lavoro. L’Italia deve fare ancora parecchia strada, se vuole andare al Mondiale e parteciparvi da protagonista. Quando parlo di «strada da fare», intendo dire che bisogna migliorare, e non poco, sotto il profilo del gioco. È vero che giovedì sera il ct ha schierato una formazione inedita, perché voleva avere risposte da alcuni giocatori e perché è anche facendo queste scelte, e coinvolgendo tutti, che si costruisce un gruppo unito, però è altrettanto vero che la prestazione è stata deludente. Non che al giorno d’oggi ci siano squadre-materasso o che esistano partite facili che si vincono ancora prima di scendere in campo, però qualcosa di più me lo sarei aspettato. Non ho visto quei guizzi, soprattutto sulle fasce laterali, che sarebbero stati necessari per superare il blocco difensivo della Moldova. Ieri mattina, conversando davanti a una tazzina di caffè, alcuni amici mi chiedevano come giudicassi il percorso della Nazionale di Gattuso. Ho risposto che, dal punto di vista dei risultati, mi sembra decisamente positivo: cinque partite e cinque vittorie. Inoltre, questo non va mai dimenticato, bisogna tenere presente in quali condizioni il commissario tecnico ha preso in mano la squadra: non era certo un bel periodo, c’erano polemiche, tensioni e pressioni. Lui, con molta saggezza, ha puntato sullo spirito di gruppo, ha chiesto a chi vestiva la maglia azzurra di onorarla e di dare l’anima in nome del collettivo, ha svolto un delicato intervento psicologico. E i risultati si sono notati sul campo. Ascoltando le dichiarazioni dei giocatori mi sembra che non ci siano fratture all’interno dell’ambiente (e questa è certamente la cosa più positiva), e mi sembra anche che vi sia una ritrovata coscienza del significato che ha la Nazionale. Il merito di questa inversione di tendenza rispetto al passato è da attribuire a Gattuso e al suo staff. E poi c’è la questione tecnica, che probabilmente è la più complicata da risolvere. L’Italia, a livello di campionato, non esprime un unico stile di gioco: ci sono squadre che si schierano con la difesa a quattro, altre che puntano sulla retroguardia a cinque, alcune che fanno pressing offensivo, altre che preferiscono aspettare e colpire in contropiede. Per un commissario tecnico è complicato raccogliere tutte le informazioni che fornisce la Serie A, unirle alle proprie idee, fare un mix e proporre il tutto ai giocatori. Dico queste cose perché ne ho avuto esperienza diretta. Gattuso, questo mi pare di averlo capito dalle partite disputate, preferisce mettersi con la linea a quattro in difesa, perché in questo modo guadagna un uomo a centrocampo o in attacco. E io sono d’accordo con questa idea. Tuttavia bisogna fare un salto di qualità in mezzo al campo: la manovra deve scorrere più fluida, meno tocchi e più movimenti. Non è una questione di uomini utilizzati, bensì di princìpi che stanno alla base del gioco".