Il caso Juan Jesus-Acerbi? Secondo il mio punto di vista è un discorso molto delicato, ma è un discorso anche molto strumentalizzato. Io vengo da ex calciatore da momenti così vissuti. Nei tempi precedenti, se torniamo indietro di 30/40 anni fa, nel calcio ci sono stati episodi ancora più brutti ma non ne siamo a conoscenza perché non c’erano tutte queste telecamere. Sono episodi che ci sono sempre stati nel calcio, vogliamo accettarlo o no, ci saranno sempre questi episodi qua. Però questo non significa che un’espressione rubata nel momento, sia un’espressione necessariamente razzista. Non voglio giustificare uno e difendere l’altro. A chi non è capitato in macchina nel traffico a dire una parola fuori posto. Tutti abbiamo fatto una cosa del genere, ma ciò non significa che uno sia razzista. Si fa fatica a pensare ad una cosa amichevole tra Juan Jesus ed Acerbi, però quando sei in campo e vieni ripreso e dici cose del genere, sai che viene fuori un caso che toglie valore al calcio.
Quella che Juan Jesus dice abbia esclamato Acerbi è un’espressione da condannare a tutti gli effetti. Bisogna sempre rimanere uomini e bisogna sempre cercare di mantenere il valore che uno ha ricevuto o che avrebbe dovuto ricevere. Sicuramente è una cosa bruttissima. Se non abbiamo le prove al 100% di quello che ha detto, purtroppo parliamo di una cosa non verificabile al 100%. Anche io sono stato minacciato o menato dopo qualche partita. L’unica cosa giusta sarebbe utilizzare questi casi per mettere in ordine la cosa, così da avere in futuro tutto chiaro per chiunque lo faccia, che sia uguale per tutti. È un po’ il problema nel mondo e permettetemi di dire, in Italia, dove mancano le conseguenze che non sono mai così pesanti da fungere da deterrente. La chiave per tutto questo è leggi chiare e punizioni pesanti che fungono da deterrente”.
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