Qual è stato il calciatore più forte che lei abbia allenato, uno nel tridente Hamsik, Lavezzi e Cavani? "Non è facile indicarne uno solo, perché ognuno aveva le sue caratteristiche. È chiaro che quei tre, i cosiddetti ‘tre tenori’, erano davvero i fuoriclasse della nostra squadra. Loro tre hanno rappresentato il simbolo del Napoli di quegli anni. Hamsik è rimasto per sua scelta, è cresciuto con la società e purtroppo non è riuscito a raggiungere lo scudetto, ma è l’unico che ha fatto l’intero percorso che il Napoli ha compiuto in questi anni. Cavani e Lavezzi, invece, decisero di andare entrambi al Paris Saint-Germain: prima Lavezzi, poi Cavani. Hanno fatto il loro percorso. Io, purtroppo, li ho allenati solo per tre mesi quando sono tornato, quindi li conosco un po’ meno dal punto di vista quotidiano. Però sì, sono legato soprattutto ai giocatori del primo ciclo."
Quindi il suo cuore pende più verso l'ex capitano? "Marek era un calciatore che, con la sua intelligenza calcistica, faceva la differenza sia dal punto di vista tattico sia tecnico, e anche realizzativo, perché con noi è sempre stato uno dei migliori marcatori. Cavani è stato il bomber per eccellenza, il giocatore più rappresentativo. Il Pocho, sia in campo che nello spogliatoio, è sempre stato determinante. Mi dispiace sceglierne uno, anche perché ce ne sono tanti altri magari meno celebrati, con qualità diverse, che sono stati comunque importanti: penso a Paolo Cannavaro, per esempio. Non mi piace scegliere, perché vorrebbe dire scontentare gli altri."
C'è qualcuno che oggi paragona a Scott McTominay ad Hamsik, lei vede delle similitudini tra i due ed in cosa uno è più forte dell'altro?"McTominay è più potente, Hamsik aveva più classe, nonostante ricoprano lo stesso ruolo, sono due calciatori totalmente diversi. Non mi sembrano così simili. A livello tecnico sicuramente no. McTominay ha una prestanza fisica importante, un colpo di testa devastante, un tiro molto forte. Marek era un giocatore più di classe. Il ruolo è simile, perché entrambi sono mezzali offensive che si inseriscono, ma le caratteristiche tecniche sono molto diverse."
Le chiedo un commento sulla gara di stasera, cosa prevede? Un Napoli arrembante come nelle ultime gare dopo la sosta per le nazionali o il classico Napoli dalla doppia faccia in Champions?"Non lo so, ogni partita è diversa. Giocare in Champions è sempre difficile. È chiaro che il Napoli di adesso è una squadra completamente diversa rispetto a quella che avevamo noi agli inizi: è più consapevole, ha vinto due scudetti, ha giocatori abituati a certi palcoscenici, con tantissime presenze in Champions League. Penso che stasera sia la favorita tra le due, anche se andare a giocare fuori casa, a Benfica, non è mai facile. Però sì, penso che il Napoli sia più forte."
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