Spalletti è stato determinante nel tenere stretto il gruppo e soprattutto nel migliorare i calciatori che, però, per me, sono fondamentali per il futuro. Sei mesi fa dissi che Spalletti avrebbe fatto bene ad andar via perché lo penso e perché sapevo di disaccordi tra allenatore e presidente. Non è facile capire quale possa essere il futuro allenatore azzurro. Io parlai di Louis Enrique perché guardando attentamente i giovani è uno che sposa la filosofia di De Laurentiis. Italiano è arrivato dove è arrivato praticando un gioco alla Zeman: molti giocatori in avanti, pochi in difesa. Però il concetto è che se il presidente continua a dire di voler vincere la Champions o di voler andare in quel torneo non mette nelle condizioni l'allenatore di fare una bella figura se non ci dovesse andare. Se il presidente dice con questa squadra può allenare chiunque ti immagini se poi il Napoli perderà diverse partite che cosa diremmo? Il fatto che non c'era Gravina a premiare i calciatori, ma non c'era nemmeno il presidente del Coni, non mi sembra un affronto. C'era il ministro dello Sport. Rimane il fatto che De Laurentiis non è tenero con le istituzioni. A me l'unica cosa che interessa è il futuro del Napoli. Chi sarà l'allenatore e chi il direttore. Ieri è stata la festa della Trinità e io credo che De Laurentiis ricoprirà tutti e tre i ruoli: presidente, direttore sportivo e allenatore. Sarà, appunto, la Trinità”
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