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Empoli, Niang: “Sono qui per aiutare la squadra, la salvezza è il nostro obiettivo”

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Le dichiarazioni dell'ex attaccante del Milan
Filippo Maddaloni

M'Baye Niang, attaccante senegalese ha rilasciato un intervista alla Gazzetta dello Sport. Il bomber dell'Empoli, prossimo avversario del Napoliin campionato, ha parlato del suo passato e di come sia migliorato nel tempo. Di seguito le sue parole.

Niang: "Sono all'Empoli per raggiungere la salvezza. Sono diverso ora, più maturo e riflessivo"

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Ha giocato in Italia con Milan, Genoa e Torino. Ha fatto la Champions League, l'Europa League, la Premier League, la Ligue 1, la Superliga turca, è stato negli Emirati, ha giocato, arrivando in finale, la coppa d'Africa col Senegal. Da fine gennaio M'Baye Niang, attaccante, nato e cresciuto vicino a Parigi, alla soglia dei 30 anni (che compie a fine anno) è a Empoli. E viene spontaneo chiedersi perché.


"Avevo bisogno di tornare in Italia, il Paese mi è sempre piaciuto. Mi hanno dato questo possibilità e le parole del direttore Accardi mi hanno convinto".

 L'impatto è stato buono: 4 gol, 3 su rigore, tutti da subentrato.Nello sprint finale dà il meglio, come col Torino.

"Sui rigori sono freddo e analizzo i portieri. E' come nella boxe: per vincere devi far cadere l'avversario. Quindi devi esser convinto di far gol e non devi distrarti. Sono venuto qui per aiutare l'Empoli, per far crescere ragazzi di qualità, ma giovani. L'obiettivo è la salvezza. Da 12 punti che avevamo a fine gennaio, siamo passati a 28.

Se arriva avrò un regalo (il rinnovo). Col tecnico Nicola e lo staff il dialogo è buono, con i ragazzi pure".

Che ruolo predilige?

"Oggi punta centrale. Ma posso fare il trequartista, o spostarmi sull'esterno a sinistra".

Ma ha visto quanto corrono Cambiaghi e Cancellieri?

"Alla loro età andavo più veloce di loro e glielo dico".

 Lei sembra un altro: più riflessivo, dispensa consigli ai più giovani, è diventato papà. A 18 anni era decisamente diverso.

"Le stupidate fanno parte dell'età. Oggi ho due figli, una di 6 anni, l'altro di 3. Vivono con la mamma in Francia, ma appena possibile li vedo. A Empoli sono solo. Ho fatto un mese di Ramadan e il club mi è stato vicino. Prego 5 volte al giorno. Mentalmente devi volerlo fare".

Quando era al Milan era un po' meno riflessivo.

"Ho imparato. Imparare è im-portante. Ho sbagliato qualche scelta, ma non mi pento, mi sento ancora benissimo. Solo più maturo di prima".

Lei è alla dodicesima squadra in carriera. A quale di tutte quelle in cui è stato si sente più legato?

"Milan e Rennes. Bellissimi ricordi. E mi sentivo al centro del progetto. Ho fatto la Champions. Ho avuto al Milan la fiducia di Sinisa Mihajlovic, ma anche con Montella mi sono trovato bene, poi le nostre idee non erano più le stesse. Ma lo stimo tanto".

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