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Elmas: “Kim sorprendente, ecco il nostro rito quando segna Osimhen. Su Spalletti…”

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Le dichiarazioni di Elmas a Dazn

Domenico D'Ausilio

Eljif Elmas, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Dazn, soffermandosi sui suoi inizi,  l'arrivo in Italia e la sua vita in città.

Elmas sui suoi inizi a Napoli

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"Avevamo una pasticceria in Macedonia, c'era mio padre e ora ci sono i miei fratelli. Si chiama Mandarina, come la frutta in Italia. Non so perché si chiami così ma non l'hanno mai cambiato. Ci sono tanti ricordi. Quando ero piccolo ci andavo coi miei amici. I dolci sono buoni e sono diversi dall'Italia. Specialità? Mi piacciono tutti i dolci tipici del nostro paese e turchi, ne mangio tanti, ora di meno. Quando mio padre ha iniziato veniva a Rimini dove ci sono tanti pasticcerie. Io lo aiutavo sempre. Sono il fratello maggiore. Andavo a scuola, dopo tornavo a casa, mangiavo, subito facevo allenamento e dopo andavo alla scuola inglese, poi kick boxing, piscina e poi in pasticceria la sera. A mezzanotte si chiudeva e tornavo con papà a casa. Ho fatto tanti sacrifici quando ero piccolo e questo mi ha aiutato tantissimo. Spalletti dice che corro tanto? A me non piace, ma devo correre per forza nel calcio moderno. Ero io che volevo aiutare papà. I miei inizi? A tre anni già giocavo con gli amici, facevamo due porte con scarpe per strada. A 13 anni ho cominciato nei primi club, sono stato prima coi giovani, poi coi grandi e quando mancava uno in prima squadra ha visto in Primavera e ha visto me. A 13 anni e mezzo ero già in prima squadra. A 15 anni sono stato capitano nella squadra B, ero un trequartista. A 16 anni e 5 giorni ho fatto il mio debutto".

Sulla sua vita in città e i compagni di squadra

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"Roma di Spalletti? In Macedonia si guardava sempre il calcio italiano. La Roma era la mia preferita, mi piaceva come giocavano perché c'era Totti, mi piaceva come giocare, era un fenomeno. Ma poi guardavo anche l'Inter e tutte le altre squadre. Mio padre non tifava squadre perché non guardava. Nella mia famiglia nessuno guardava il calcio, lavoravamo dalla mattina alla sera, si svegliavano alle 7 e alle 24 tornavano a casa. Ora mio padre ha più tempo perché ci sono i miei fratelli che lavorano. Il primo ricordo che ho quando sono arrivato a Napoli? Le strade strette. Subito sono andato a mangiare una pizza. Napoli e Skopje sono molto diverse tra loro. Skopje è una città bellissima ma non c’è moltissimo, a Napoli c’è tutto e poi hai il mare. La cosa di Napoli a cui non posso proprio rinunciare? La pizza, non si batte. Da calciatore posso mangiarne tanta. Ma anche sushi, mangio 70 gamberi croccanti. Qualcosa in cui sono napoletano? Forse nel gesticolare, ma quello fa parte di un po’ tutti gli italiani. Il caffè di Tommaso Starace è il numero 1 al mondo, mai assaggiato così. I miei amici al Napoli? Lo sono tutti, davvero vado d’accordo con tutti. Torta Osimhen? È la prima volta che l'ho vista dal vivo, subito gli mandai la foto. Se lo merita, sta facendo benissimo, è capocannoniere, è importante anche per noi. Gli cantiamo sempre la canzone sua, quando segna. Chi mi ha stupito di più? Kim, è un grande uomo col carattere giusto, è impressionante. Ma lo sono tutti, come Lobotka, Kvaratskhelia, ce ne sono tanti. Anguissa, Di Lorenzo, Mario Rui. Se inizio non finisco più. Quest'anno sono tutti davvero tanta roba. Il nostro Alessandro Magno? Spalletti e poi Di Lorenzo".

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