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interviste
SOFIA, BULGARIA - MARCH 28: Eder of Italy (L) and Antonio Conte celebrate after scoring the scond goal during the Euro 2016 Qualifier match between Bulgaria and Italy at Vasil Levski National Stadium on March 28, 2015 in Sofia, Bulgaria. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante della Nazionale Eder ha trattato alcuni temi legati alla sua carriera, tra cui il suo passato sotto la guida di Antonio Conte. Ecco, dunque, quanto affermato.
Più facile imparare l’inno o affrontare un allenamento di Conte? «Imparare l’inno! Con Antonio vomitai. Riscaldamento, tattica, palestra, test dello jo-jo, su e giù. Mi chiedevo: “Ma come si fa?”. Però poi volavamo...».
Cosa le stregò di lui? «La coerenza. Tratta tutti allo stesso modo. L’ho visto incazzarsi persino con Pirlo».
A livello tattico, invece? «Preparavamo gli schemi dozzine di volte, come il gol di Giaccherini al Belgio. Se l’esterno destro prendeva il pallone in un modo, io e Pellé dovevamo fare una cosa. Il gol alla Svezia fu magico. Se avessimo avuto fortuna ai rigori con la Germania, avremmo vinto l’Europeo».
Come mai ho lasciato l'Inter? «Per Spalletti. Non ho mai sopportato la sua ipocrisia. Allenatore top, ma come uomo... meno».
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