Dal punto di vista del Cagliari, invece, qual è l’atteggiamento da adottare nell’approcciarsi a una gara simile? “Io posso testimoniare che giocare a Cagliari non è mai facile per nessuno. In quello stadio c’è un’atmosfera particolare, difficile da metabolizzare per gli avversari dei rossoblù. A me poi piace molto Nicola: è un tecnico che porta avanti la sua filosofia di gioco a prescindere dall’avversario che di volta in volta incontra. Sa perfettamente che domani dovrà fare la partita perfetta per portare a casa dei punti, ma non parte certo battuto. Tra l’altro stimo anche il direttore sportivo Bonato: ha costruito una squadra perfettamente congeniale alla mentalità di Davide Nicola.”
Nicola e Ranieri sono due tecnici sostanzialmente diversi, per scuola di pensiero e approccio alle partite? “La differenza tre i due la fa innanzitutto il numero di panchine collezionate. Ranieri è uno che nelle difficoltà trova sempre la soluzione giusta. È uno che sa sempre come motivare i suoi calciatori, quali corde toccare. Non che Nicola non sappia farlo, ma naturalmente deve accumulare ancora tanta esperienza. Ad ogni modo, il suo approccio è molto diverso da quello di Ranieri: il tecnico piemontese propugna un calcio aggressivo e propositivo e cerca sempre di giocarsela a viso aperto con tutti, pur rispettando la forza degli avversari. Del resto appartiene a un’era diversa rispetto a quella di Claudio. Tuttavia, se Ranieri ha chiuso a Cagliari un ciclo meraviglioso, Nicola ne può aprire un altro. Quest’anno i rossoblù dovranno soffrire, ma ci sono tutti i presupposti affinché la missione-salvezza venga condotta in porto.”
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