L'ex capitano bianconero manda un segnale alle "big" di Serie A: il Diavolo è un serio candidato per la vittoria del tricolore
Alessandro Del Piero, ex calciatore (di ruolo attaccante), si è concesso per un'intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. Nel corso del (lungo) colloquio, "Pinturicchio" ha analizzato, mediante le seguenti dichiarazioni, la sfida (valevole per la 6ª giornata del campionato 2025/26 di Serie A) che vedrà affrontarsi la Juventus (club di cui è stato capitano) di Igor Tudor e il Milan targato "Massimiliano Allegri" (il fischio d'inizio dell'incontro è previsto per le 20:45 di domenica 5 ottobre).
Lotta Scudetto, Del Piero candida il Milan: "Gioca solo il campionato e può preparare al meglio la settimana"
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Alessandro, finora tanti alti e bassi per la Juve del suo ex compagno Tudor, mentre il Milan viene da cinque vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia. Come vede la partita di domani sera?«Sarà un bel match. È ancora presto perché siamo a inizio stagione, magari il ritorno sarà più interessante per altri aspetti, però già questo è un bel test per entrambe le squadre, per capire il loro stato di maturazione attuale».
Il calendario piu fitto di impegni della Juve che peso avrà?«Il fatto che giochi la Champions League non comporta maggiore pressione. Quando giochi una partita a settimana devi assolutamente farla bene, quindi il Milan ha una grande responsabilità. Però sono due squadre attrezzate per fare qualsiasi cosa».
La Juve ora ha tante opzioni davanti e Tudor sta facendo ruotare molto Vlahovic, David e Openda. Sulla base della sua esperienza, a un certo punto è giusto che si trovi una gerarchia chiara, che si definisca un centravanti titolare? «Devi conoscere gli attaccanti che hai a livello caratteriale e umano per capire cosa è meglio fare. Credo che nel calcio di oggi i cambi siano necessari, se vuoi avere i giocatori freschi giocando ogni tre giorni. Come era anche in passato, in realtà, ma allora le squadre erano strutturate in maniera diversa e a noi capitava di essere titolari più volte, diciamo così».