Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Napoli senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Calcio Napoli 1926 per scoprire tutte le news di giornata sugli azzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
interviste
Giancarlo De Sisti, ex calciatore, è intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli soffermandosi sulla scomparsa di Antonio Juliano.
“Juliano aveva un temperamento portato al comando, sembrava che i compagni di squadra rispondessero ai suoi suggerimenti. Per me è stato un compagno gagliardo, perché ci giocavamo un posto per una maglia ma sempre nel rispetto e della considerazione dell’avversario, che poi era un fratello. Ogni volta che venivo a Napoli ed il bus andava nel sottopasso dello stadio, noi scendevamo per prendere i borsoni e come scendevo dal bus avevo offese da parte dei tifosi. Sapevo che lì l’impegno era durissimo perché l’avversario cercava di capire prima le mie idee, Juliano era bravo e corretto e soprattutto molto forte. Sapevo della sua malattia ma non credevo che cedesse così all’improvviso. Lui è sempre stato fortissimo, quindi mi auguravo che riuscisse a resistere. Perché Picchio? Nel settore giovanile venivo considerato un calciatore molto promettente, uno dei più bravi della Roma. Correvo molto ed avevo voglia di esprimere ciò che avevo dentro, e crescere per poter giocare con la prima squadra. Da lì è nato il mio soprannome, perché c’era un gioco come una trottola, che aveva un picchio di ferro che lo faceva girare. E visto che la trottola girava impazzita mi dissero che le somigliavo e da lì nacque picchio”.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Napoli senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Calcio Napoli 1926 per scoprire tutte le news di giornata sugli azzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA