L'amministratore delegato della Serie A ha parlato della volontà di giocare Milan-Como in Australia
L'amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, ha parlato ai microfoni di Cronache di Spogliatoio della possibilità di vedere il campionato italiano giocare in tutto i mondo. Ecco quanto dichiarato.
"Ecco perchè abbiamo scelto l'Australia", le parole di De Siervo
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I tifosi si sono opposti alla partita Milan-Como in Australia, così come allenatori e giocatori. Perché la Lega ritiene che questa scelta sia utile? "È normale che atleti, allenatori o tifosi siano contrari: nessuno vuole rinunciare a una partita in casa. Ma bisogna guardare al futuro. Se vogliamo che la Serie A cresca e diventi una lega internazionale, dobbiamo fare scelte coraggiose, come hanno fatto NBA o NFL portando partite all’estero. Una gara su 380 è un sacrificio minimo, lo 0,26% del campionato. Tutti i grandi eventi sportivi – Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta – si sono già aperti all’estero. Tutti i grandi eventi sportivi hanno chiaramente davanti un percorso di crescita e si dovrebbe capirlo, come ha fatto il Milan, che più di altri ha questo in testa. La squadra italiana più diffusa al mondo è il Milan. I grandi successi degli anni ‘90 e 2000… ma è una squadra che ha saputo investire attraverso l'acquisto di campioni e con partite fatte anche, se vogliamo, nelle tournée estive".
Anche perché in assemblea, quando si è votata questa proposta, tutti i club hanno votato sì, quindi poteva essere Fiorentina-Inter come Milan-Como. "È un po’ diverso. Per disputare una partita all'estero servono, allo stato attuale, 7 autorizzazioni diverse. La Lega Serie A, in questo momento, all'interno di un percorso stabilito dalle regole attuali, ha raggiunto 5/7 delle autorizzazioni. Si sono dichiarate d'accordo le due squadre: il Milan e il Como. In Italia si sono dichiarate d'accordo 20 squadre su 20, non come in Spagna, in cui c'è stata una dinamica di contrapposizione interna. Qui tutti sono stati d'accordo, ha votato il Consiglio federale della FIGC e abbiamo ottenuto anche l'ok della confederazione europea, ovvero della UEFA. Abbiamo ottenuto anche l'ok della Federazione australiana e siamo in attesa del responso di quella che è la Confederazione asiatica, che dovrebbe esprimersi a giorni".
Ma non è solo una questione economica? "Noi non andiamo in Australia per soldi, non è questo il punto, è sbagliato. Chiaro che servano anche quelli per pagare i costi incrementati, per sopperire alla mancanza di incassi in quel giorno dello stadio di San Siro, ma non è quella la motivazione, questo è un errore, guardare il dito e non la luna. Noi cercheremo di andare in Australia, ripeto se ci sarà concesso, solo perché lì esiste una comunità di persone che non ha meno dignità dei tifosi della Curva Sud di vedere il Milan, anzi più la relazione è a distanza e più deve essere coltivata, e quindi il Milan, che peraltro è una squadra che ha giocato già due volte a Perth - sia nell'estate appena conclusa che in quella precedente ed è da lì che è nata questa opportunità - e che ci ha condotto in West Australia con questa chance. Tra l'altro, questa forse è una notizia che può interessare, l'offerta arriva non soltanto per il Milan, ma anche per l'Inter, cogliendo quello che per loro poteva essere un'opportunità, ovvero la chiusura di San Siro, e hanno pensato di ospitare entrambe le squadre meneghine. Ma l'Inter, per motivi organizzativi, questa opportunità l’ha declinata mentre il Milan l'ha accolta con entusiasmo, invitandoci ad approfondirla".