Il problema non è Juan Jesus, tra i responsabili del gol del Cagliari, ma chi ritiene possa garantire continuità di prestazione in tutto il campionato?
“Fatemi dire che la colpa non è di Calzona. Fatta questa analisi, non vorrei che qualcuno pensasse che per me ricadano su di lui le responsabilità. Un allenatore può essere un fattore quando c’è programmazione, quando c’è una squadra ben costruita. Il Napoli, già questa estate, non era una squadra ben costruita. Anzitutto, c’è da condannare qualsiasi episodio di razzismo e cyberbullismo sui social. Non è la prima volta che accade, ma i tifosi che augurano il peggio ai calcatori non sono tifosi, ma dei frustrati. È gente che avrebbe bisogno di un aiuto importante… Detto ciò, c’è un errore di disattenzione di Juan Jesus evidente, ma nessuno mi sembra abbia aiutato il brasiliano. Ci sono quattro giocatori del Napoli in area, tra cui Meret che rimane immobile. Dunque, credo che tutto il Napoli sia da considerare una squadra ridimensionata. Pensiamo a Maignan, che lo scorso anno, o quello precedente, fa un anno stratosferico, assurgendo a valore aggiunto dei rossoneri. Quest’anno, però, non è stato un valore aggiunto. Degli azzurri, nessuno ha saputo essere il valore aggiunto, in questa stagione. A ciò si aggiungono le responsabilità della dirigenza, che non ha acquistato un calciatore pronto in sostituzione di Kim, sperando che Natan fosse un colpo alla Kvara. Spalletti aveva comunicato già a maggio il suo addio, così come Giuntoli mesi prima. Sarebbe stato opportuno affiancare il direttore molto prima, in modo da programmare la stagione in tempi congrui. Un mercato, infatti, si programma in un anno”.
Perché crede che il Napoli abbia pareggiato a Cagliari?
“Non dobbiamo mai analizzare le gare pensando solo al risultato. Come ha giocato il Napoli, ieri? Male. Gli azzurri hanno segnato con il primo tiro in porta. Ne deriva che il Napoli passa in vantaggio anche con un po’ di fortuna. Con tutta la simpatia per i rossoblù, il Cagliari non è la squadra più forte del campionato. La cosa che mi preoccupa di più è vedere i calciatori camminare in campo, non recuperare in difesa. Non è un problema atletico, ma mentale. Un problema di testa che, lo ripeto, può essere risolto soltanto ritrovando un leader. Se, però, ogni volta si mette in discussione un allenatore, o anche un direttore sportivo, come si può pensare che la squadra mantenga alta la tensione e la concentrazione? Con l’esonero di Mazzarri, non c’è nemmeno stata la scossa di cui la squadra ha goduto mesi fa. Non è un alibi per i giocatori, ma bisognerebbe pensare anche alla gestione dei rinnovi, come nel caso di Kvaratskhelia e Zielinski. Il Napoli non si sente più squadra, non lotta per un obiettivo comune”.
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