Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni a Vatican News al termine dell'udienza privata del Napoli con Papa Leone XIV. A seguire le sue parole.


interviste
De Laurentiis: “Ho parlato al Papa di un progetto. Napoli merita questa rinascita”
De Laurentiis: "Ho parlato al Papa di un progetto. Napoli sta rinascendo come merita"
—Sull'incontro con il Papa: "L’incontro con il Papa è andato benissimo, ha luce, esprime una luce straordinaria, è estremamente amabile, dotato di una umiltà e di una sapiente capacità registica. Modulerà e saprà dirigere bene il papato negli anni che lo aspettano, che non saranno facili viste le guerre, ma bisogna cercare sempre di più l’inclusione, bisogna cercare di mitigare questa povertà che sta dilagando ovunque. Gli ho parlato di una iniziativa di scolarizzazione per chi non può permettersi lo studio, è un progetto dei De Laurentiis per il futuro e siamo in contatto con alcuni suoi collaboratori per capire".
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Sulla vittoria del Napoli: "La vittoria del Napoli ha un valore sociale? Lo abbiamo sempre svolto con attenzione durante i 21 anni della mia proprietà e presidenza: sappiamo che Napoli ha sempre vissuto dei momenti non facili, ora finalmente ha rialzato la testa come città e regione, la regionalità napoletana è mondiale. Quando stavo girando nel 2006 a New York un film, i napoletani mi fermavano sulla Quinta strada. All’estero tutti o sono napoletani o si sentono legati al mondo del Calcio Napoli, è come se fosse un esercito che porta in giro quell’Italia bella che conta. Ogni volta che apro una finestra sul golfo di Napoli, vedo il Vesuvio, Capri, Ischia, Sorrento mi dico ‘signori, è fantastico".
Sul Mar Mediterraneo: "Il mar Mediterraneo non vive un periodo di pace, ma non da adesso bensì da tanti anni. L’emigrazione e l’immigrazione sono momenti difficili in partenza ed in arrivo, quando parlo di scolarizzazione e di investire, queste persone devono scoprire cosa si può fare nel loro paese, invece di scappare. È un mondo di disperazione che noi, per dar seguito all’accoglienza, non possiamo ignorare. Vanno stabilite nuove regole ma serve dare qualcosa".
Sulla squadra multietnica: "Vinto uno scudetto con una squadra multietnica e multireligiosa? Sempre stato così, il Napoli ha sempre attratto giocatori che venivano dal Sudamerica, dall’Africa: abbiamo Anguissa del Camerun, ma si fa sempre il segno della croce ed è un grande cattolico. Il cattolicesimo non fugge da quella che può essere un fattore multietnico, anzi: abbiamo avuto spagnoli, portoghesi, sudamericani, kossovari, nell’arco di 21 anni abbiamo avuto giocatori molto vari, e pochissimi non erano cristiani o cattolici".
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