Sul calcio: "Penso al bus scoperto e ai numeri che ha fatto la trasmissione in diretta su Rai Italia. Queste sono cose che segnano profondamente e ti danno una dimensione dell'importanza del calcio, che secondo me chi gestisce da un punto di vista istituzionale il calcio non ha ancora capito. Perché sono troppo legati alla propria poltrona e a pensare come essere rieletti e a non considerare l'importanza del fatto che non si deve distruggere un gioco giocando troppo. Ci stanno facendo venire gli incubi degli infortuni, perché si gioca troppo. Bisognerebbe cambiare il rapporto di lavoro, dovrebbero essere dei liberi professionisti, che non si sottopongono a degli stress vincolanti anche da un punto di vista sindacale".
Su come cambiare il calcio: "Noi abbiamo dei grandi signorotti che comandano il calcio e pensano che a un certo punto la loro rieleggibilità passi attraverso delle formule che fanno soltanto sorridere. Il problema è che tutti vogliono aggiungere e nessuno vuol levare: i nostri calciatori, pagati da noi, vengono dati alla Nazionale con una leggerezza incredibile, quando dovrebbe essere il club a decidere. A questi signori che governano il calcio a livello mondiale non interessa la protezione del tifoso per il quale il campionato nazionale ha vero valore. Si deve ripercorrere l'atlante dei problemi che affliggono il calcio italiano e soltanto i proprietari hanno la capacità in 24h di prendere le decisioni del caso: agli amministratori delegati e direttori generali che devono mantenere intatti che devono mantenere intatti i loro salariati non gli può importare di prendersi un rischio".
Gli auguri: "Per il 2026 noi dobbiamo dotarci di salute, salute e salute. Ed un bel corno contro gli iettatori".
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